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Di Meglio: riforma precarizza docenti, speriamo venga bloccata da minoranza PD. Vedo mesi infuocati

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Rino Di Meglio, coordinatore della Gilda, dopo il nuovo incontro con i rappresentanti del Governo: “A settembre una Caporetto dell’amministrazione scolastica”.

Come è andatato l’incontro del giorno 25?

“L’incontro è andato esattamente come mi aspettavo, abbiamo passato un po’ di tempo col Ministro senza concludere nulla. Vorrei sottolineare che in apertura non c’è stato un suo intervento, ma il solito giro diricorso-diploma-magistrale-gae-e1414057759452 opinioni dei sindacati”.

Lo dice con molto sconforto, si sente un po’ preso in giro?

“E’ evidente che questi incontri vengono fatti apposta per dire ‘abbiamo sentito i sindacati’, il Governo e il Ministero stanno facendo un muro di gomma”.

Spera ancora in qualche colpo di scena al Senato? 

“Direi di sì, a questo punto tutto dipende dalla minoranza del PD. A Palazzo Madama le proporzioni sono diverse dalla Camera: moltissimi senatori non condividono il Ddl, quindi un loro voto contrario farebbe saltare tutto”.

Insieme al Ddl salterebbero anche le assunzioni, però…

“In realtà 48500 sarebbero fatte comunque”.

E i restanti 50mila?

“Guardi, noi non possiamo accettare il ricatto del Governo. Si è capito fin dall’inizio che La Buona Scuola è un’operazione che ha come scopo la precarizzazione dei lavoratori della scuola, ma non possiamo rassegnarci”.

Come vede i prossimi mesi, l’avvio del nuovo anno? 

“Se questo disegno folle non verrà bloccato al Senato, vedo mesi infuocati dai ricorsi. Penso che anche dal punto di vista pratico la Buona Scuola si troverà in un mare di difficoltà a settembre: dove sono i siti delle scuole? Dove sono i curricula dei docenti? Chi e dove li avrà caricati? Una cosa è inventarsi le norme, altra cosa è metterle in pratica. A settembre ci sarà una Caporetto delle amministrazioni”.

Ha parlato di ricorsi. Quali principi lede in maniera macroscopica la riforma di Renzi?

“La Costituzione dice chiaramente che nelle assegnazioni di sede bisogna seguire criteri oggettivi, ma la discrezionalità del Preside contravviene in maniera evidente a questo principio”.

Per adesso quale continuerà a essere la vostra linea di condotta? Avete intenzione di procedere secondo gli annunci dei giorni scorsi?

“La nostra linea sarà molto ferma, lotteremo con tutti i mezzi che ci sono consentiti dall’ordinamento, iniziando dallo sciopero di due giorni agli scrutini. Ma poi ci saranno manifestazioni e altre forme di protesta”.

I Cobas ci hanno parlato di una manifestazione il 7 giugno, vi unirete a loro?

“Noi abbiamo lanciato la proposta di una fiaccolata il 5 giugno”.

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