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Riforma della scuola, percorso universitario ad hoc per prof di sostegno. E scoppia la polemica

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ricorso-stabilizzazioneLe associazioni dei disabili si dividono sulla proposta del Pd “Discriminante per alunni e docenti”. “No, occorrono percorsi ad hoc”

Sulle deleghe, anche lì, il governo della Buona scuola deve subire contestazione. Su una delega in particolare (ne ha in grembo otto): la legge sul sostegno. Entro diciotto mesi il sottosegretario Davide Faraone, che ne è promotore da inizio legislatura insieme alle federazioni Fish e Fand e ne ha presentata una a sua firma lo scorso settembre, dovrà varare quella definitiva come iniziativa autonoma dell’esecutivo.
Provando a superare la legge quadro del 1992, la riforma del sostegno a scuola si fonda su quattro elementi: laurea speciale per gli insegnanti interessati, carriere separate tra docenti di curriculum e docenti di sostegno, continuità didattica per i secondi e i loro alunni, quindi, specializzazione per le diverse forme di disabilità. La legge già depositata, che si occupa anche di diritti degli alunni, rapporti con le famiglie e possibilità di somministrare farmaci a scuola, chiede innanzitutto di ridisegnare i corsi di laurea per gli insegnanti di sostegno e introduce il principio della formazione obbligatoria (venti milioni a bilancio) per docenti, presidi e personale amministrativo. Una forte specializzazione che, ha raccontato ieri Adriano Sofri su Repubblica , molti docenti e diverse associazioni radunate attorno al portale Disabili.com contestano.
Le parole migliori — per spiegare l’opposizione — le trova la professoressa Daniela Boscolo, docente di inglese che da undici anni si è convertita all’istruzione a sostegno diventando una delle cinquanta insegnanti segnalate nel mondo dalla Varkey Gems Foundation. «Creare un percorso speciale è discriminante per l’alunno disabile e per l’insegnante. La nuova figura di docente che viene fuori dalla legge Faraone non è né carne né pesce: il laureando perde due anni di discipline del curriculum, italiano, inglese, matematica, e sul piano psicopedagogico e medico avrà in cambio solo un’infarinatura teorica. Come potremmo spiegare a una famiglia che suo figlio, bisognoso di un’attenzione speciale o affetto da una forma di autismo, non può imparare l’inglese come gli altri? Dallo stesso tipo di prof?».
L’insegnante Boscolo sostiene che bisogna fare esattamente il contrario: «Allargare le nozioni del sostegno a tutti i docenti nella fase di formazione e chiedere a tutti, magari con un aumento di stipendio, di sostenere il ragazzo insieme al resto della classe. Questa è didattica inclusiva». Quindi? «La prof di francese, latino e chimica andrà affiancata da un docente che ha scelto la strada del sostegno, si chiama co-docenza. Oggi un insegnante di sostegno sta con un ragazzo bisognoso nove ore a settimana, troppo poco. E poi quando nella sua scuola non ci saranno ragazzi da sostenere che ne facciamo di quell’insegnante, lo mandiamo a fare le pulizie? Ho presentato una proposta al sottosegretario: la sua legge è una resa a 40 anni  di errori, rischia di essere impugnata per discriminazione».
La legge Faraone è criticata dalla Ledha e avversata dal Comitato nazionale insegnanti Bis-Abili. Dicono: «Rischiamo la deriva verso la medicalizzazione del sostegno scolastico».
FONTE: larepubblica.it
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