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DdL, niente da fare per le assunzioni degli abilitati con Pas, Tfa e per i precari con oltre 36 mesi

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Alla Camera viene bocciato l’emendamento della minoranza del Pd, a prima firma Stefano Fassina, che allargava le immissioni in ruolo ad altre categorie di precari. Via libera, invece, alle assunzioni idonei anche a dopo il 2016. E anche alla norma antiparentopoli chiesta dal M5S.

Dalla Camera è ancora pollice verso alla richiesta di allargamento delle assunzioni anche agli abilitati a partire dal 2011: dopo la bocciatura del piano proposto dall’ex ministro Maria Stella Gelmini, è toccata la stessa sorte a un emendamento della minoranza del Pd, a prima firma Stefano Fassina, al ddl scuolaabilitazione che allargava agli abilitati le assunzioni di docenti stabilite dal decreto. In favore si sono espressi in 124 (le opposizioni e una decina del Pd), contro in 224 (i gruppi di maggioranza). L’emendamento stabiliva l’assunzione non solo dei vincitori del concorso del 2012 ma anche degli “abilitati con PAS, TFA o comunque abilitati in possesso di un servizio pregresso a tempo determinato di oltre 36 mesi”.

Per Fassina, che poche ore prima aveva incontrato i manifestanti davanti a Palazzo Chigi, potrebbe trattarsi dello strappo finale: l’ex ministro dell’Economia aveva infatti detto, qualche giorno fa, che in assenza di modifiche sostanziali al ddl di riforma si sarebbe “sfilato” dal Pd.

A passare, nel corso della stessa serata alla Camera, è invece un emendamento di Umberto D’Ottavio (sempre Pd), votato da tutti i gruppi: la modifica, non rilevante però, riguarda gli idonei che hanno superato il concorso del 2012, ma che non rientreranno nel piano straordinario di assunzioni previsto dal ddl scuola con decorrenza 1 settembre 2016. Ebbene, saranno comunque assunti negli anni successivi. L’emendamento aggiunge la dicitura “e per i successivi anni scolastici, sino all’esaurimento dei soggetti aventi titolo”.

Intanto, con l’articolo 9, è passato anche un emendamento del Movimento 5 Stelle, cosiddetto “antiparentopoli“: proprio per evitare familismi all’interno delle scuole, viene proibita la possibilità che vi sia una parentela tra capo d’Istituto e docenti in servizio.

 

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