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La risposta a video/lettera di Renzi: ritiro del DDL Scuola

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FONTE
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nna Melina Docente di Discipline Giuridiche ed Economiche – Ill.mo Presidente del Governo, ho letto la Sua lettera, La ringrazio, ma mi permetta di dirLe, con tristezza, che le Sue pur autorevoli parole non sono quelle che mi sarei aspettata di sentire da un Capo di Governo aperto all’ascolto e al confronto con la classe docente che ha manifestato con civiltà e dolore opposizione al Suo DDL.

La Sua proposta di riforma ci lascia attoniti e, mi creda, l’abbiamo letta con attenzione e con il rispetto che si deve ad un atto normativo del Governoricorso-stabilizzazione

Non so se riusciremo a trasmetterLe nella sua intensità la nostra delusione nei confronti di un Governo in cui ,all’inizio-solo all’inizio- avevamo riposto la nostra fiducia, quella fiducia che si deve ad un progetto politico che voleva essere riformatore.

Ill.mo Presidente, perché?

Perché questo attacco all’autonomia dei docenti, alla loro professionalità ,alla loro libertà?
Perché una riforma contraria alle più elementari norme di uno stato di diritto?
Ma crede davvero che gli insegnanti italiani meritino di essere giudicati da un Dirigente Scolastico e puniti o premiati, allontanati o scelti da lui?
Ma davvero crede che il loro curriculum, i loro sforzi, i loro titoli, la loro vita, le loro competenze meritino di essere giudicati dal Dirigente Scolastico di turno ? E sulla base di quali parametri?

Se fossero oggettivi la Sua riforma non avrebbe senso…ne deduciamo che la soggettività del Dirigente farà la differenza.

Poveri noi, Presidente, povera scuola.

Questi poteri, a memoria d’uomo, in uno stato democratico non dovrebbe averli nessuno, ma potrebbero trovare una sia pur riprovevole giustificazione in un’impresa privata in cui il datore di lavoro investa i “suoi capitali”, rischi i” suoi soldi” ed organizzi il lavoro dei “suoi dipendenti”.

Presidente, credevo di essere ancora una dipendente dello Stato, e, pensi un po’, addirittura non sapevo che mentre, ahimè, ero impegnata a correggere compiti, a spiegare ai miei alunni i principi del diritto, il senso dello Stato ( PENSI LA BEFFA, INSEGNO DIRITTO DA TANTISSIMI ANNI!), i Dirigenti Scolastici avevano comprato la scuola pubblica investendo i loro capitali e diventandone i padroni assoluti.

Speriamo che sia così perché se devono essere pagati con i soldi pubblici (DI TUTTI NOI) perché decidano delle nostre vite… la cosa un po’ mi sconvolge.

Certo, se deciderà di farlo e avrà i mezzi, il Parlamento con un atto d’imperio potrà distruggere la scuola pubblica ma finchè avremo una Costituzione ed una storia democratica da difendere, sapremo fare le nostre scelte per cercare e sostenere una nuova classe politica che sappia ascoltare e legiferare nel rispetto della gente.

E non si illuda…anche se sarà il Parlamento a varare il ddl (mi scusi, ma a chiamarla riforma …proprio non ci riesco più) questo provvedimento rappresenta il Suo volere e politicamente ne porterà tutto il peso.

Oggi Lei può ancora fare la differenza e recuperare quella fiducia che il mondo della scuola aveva riposto in Lei. Può scegliere di essere premier del popolo, di riconquistare i cuori e le speranze degli insegnanti. Può scegliere di ricreare la buona scuola (c’era già). RITIRI TUTTO IL DDL.

A proposito del PIL… ma pensa davvero che un punto in più possa, in questo momento in cui la classe docente rischia la sua stessa sopravvivenza di istituzione democratica, interessarci?

Presidente, faccia quello che vuole ma non ci offenda ulteriormente…abbiamo ben compreso il Suo piano della scuola, non perda il Suo preziosissimo tempo a spiegarci altro. La sorprenderemo, ma abbiamo capito subito…

Desidero però dirLe che grazie a Lei, oggi ho compreso un monito che mio nonno partigiano ripeteva sempre: “Piccirilla, ricorda, la democrazia va difesa ogni giorno e non bisogna mai abbassare la guardia e pensare di essere al sicuro”.

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