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Boschi, passo indietro: non ho offeso il sindacato, il clima torni disteso

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l ministro delle Riforme: ho solo risposto a una domanda sulla scuola dicendo: ‘Funziona la scuola solo in mano ai sindacati? Io credo di no’. Ho espresso un’opinione civile, pacata, tranquilla. La precisazione però è arrivata troppo tardi.

Se non è una retromarcia, poco ci manca. Il protagonista è il ministro delle Riforme e per i Rapporti con il Parlamento, Mariaricorso-diploma-magistrale-gae Elena Boschi, che prima dice “la scuola in mano ai sindacati non funziona“. Ma poi nega di avere “offeso il sindacato”, scrivendo su facebook di aver solo “risposto a una domanda sulla scuola dicendo: ‘Funziona la scuola solo in mano ai sindacati? Io credo di no’. Ho espresso un’opinione civile, pacata, tranquilla. L’ho detto dentro a un discorso in cui ci dicevamo pronti ad ascoltare tutti e modificare il ddl nelle parti più controverse. Sono stata accusata – addirittura – di disprezzare la democrazia e di voler attaccare il sindacato”.

Boschi ha poi aggiunto. “Mi spiace se qualcuno si è sentito offeso”, ma “ho solo detto una piccola e forse persino banale verità: la scuola funziona se appartiene alle famiglie, agli insegnanti, agli studenti, al territorio. Non solo ai sindacati. Poi è giusto rispettare il lavoro di tutti, anche dei sindacati. Ma forse è anche giusto rispettare le idee altrui. Non ho offeso nessuno. E non inizierò a farlo adesso. Spero che il clima sulla scuola torni disteso, per un confronto di merito equilibrato e civile. Noi ci siamo, pronti ad ascoltare e senza attaccare nessuno”.

Intanto, però, l’11 maggio sulle sue parole si era alzato un polverone. Ad intervenire, a piedi uniti, era stata anche la leader Cgil, Susanna Camusso: “questa sua idea che la scuola sarebbe proprietà del sindacato è tipica di un governo che non vuole fare i conti col Paese”. “Viene il sospetto che tanta arroganza che il governo mette nel negare le ragioni delle lavoratrici e dei lavoratori della scuola sia il segno che in realtà siano loro a non avere un progetto”.

Parole forti sono volate anche dalla Gilda. “Quando afferma che la scuola è in mano ai sindacati, compie un opera di vergognosa mistificazione. Lo scorso 5 maggio ha scioperato l’80% degli insegnanti e in piazza a protestare contro una pessima riforma c’era l’intero popolo della scuola. I sindacati – ha detto il coordinatore nazionale Rino Di Meglio – sono soltanto uno strumento organizzativo che ha consentito di far emergere il dissenso. Il Governo, invece di aprire un dialogo, attraverso i suoi esponenti insulta gli insegnanti”. E la Gilda avverte: “La lotta degli insegnanti non si ferma, stia sereno chi di dovere”.

Sulla vicenda è intervenuta anche l’Anief: “dalle parole del titolare del dicastero delle Riforme trapela una mancanza di rispetto per le parti sociali, per i lavoratori e per chi li rappresenta. Per realizzare un testo di riforma utile alla scuola, caro ministro, c’è solo una soluzione: riscriverlo daccapo assieme a loro. Invece Boschi che fa? Accusa il sindacato di conservatorismo. Dimenticando, in questo modo, che un Governo non può confrontarsi con un milione di lavoratori, ma che inevitabilmente – conclude il sindacato autonomo – deve confrontarsi con le organizzazioni sindacali che li rappresentano”.

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