Molti sono i docenti di ruolo che a breve dovranno inoltrare domanda di mobilità. Si teme, infatti, che il massiccio numero di immissioni in ruolo anche su organico funzionale possa creare difficoltà per le future domande di mobilità territoriale, sia provinciale che interprovinciale.
I docenti a tempo indeterminato, posso trasferirsi da una regione all’altra solo dopo 3 anni dall’immissione in ruolo. Inoltre se i trasferimenti di quest’anno non riguarderanno anche l’organico funzionale si creerebbero delle disparità tra i docenti di ruolo e i neoassunti; questi ultimi potrebbero essere agevolati nella scelta della sede in quanto ci sarebbe un maggior numero di posti su distinti organici (di diritto e funzionali) tra i quali scegliere.
Anche il responsabile Istruzione della Lega Nord, Mario Pittoni, interviene su uno dei rischi che potrebbe portare l’attuazione dell’organico funzionale ai fini della mobilità docente. Riportiamo la sua dichiarazione:
“In vista dell’emanazione dell’ordinanza per la mobilità degli insegnanti, sarebbe il caso di rendere da subito “vacanti”, cioè fruibili, i posti disponibili sia in organico funzionale che di cattedra. Come può altrimenti un docente orientarsi?
Urge una correzione rispetto al passato. Quest’anno è prevista l’immissione in ruolo di quasi 150 mila insegnanti. Vi saranno posti in più. Ma chi è entrato in ruolo lontano dal proprio territorio, una volta superato il vincolo triennale rischia di vedere un posto vacante (prima solo disponibile) sotto casa, assegnato a un collega neo-immesso, perché quel posto al momento di compilare la domanda di mobilità non era ancora stato nominato vacante. Chiedo al Ministro di intervenire. Avvicinare gli insegnanti al luogo d’origine, una volta rispettati gli adempimenti di legge, non può che avere ricadute positive su efficienza e costi del servizio. Vale per il Nord, come per il Sud…”.
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