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IMMISSIONI IN RUOLO – ATTENZIONE IL PROBLEMA È INDIVIDUARE LE CLASSI DI CONCORSO , MOLTE SONO GIÀ IN ESUBERO

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Il governo degli annunci e “vittima” delle sentenze si trova a dover dar seguito alle 148 mila immissioni in ruolo. Ma saranno assunti tutti dalle DaE? Probabilmente no, perchè molte classi di concorso sono già in esubero, che fare dunque? Pare che i tecnici stiano studiando soluzione diverse da quelle ipotizzate con una certa faciloneria appunto negli annunci. 

ricorso-stabilizzazioneInvece troviamo interessante il provvedimento che vede in Dirigente scolastico responsabile della formazione professionale, oggi lasciata praticamente ai singoli, dunque si dovrebbe mettere fine alla babele di corsi organizzati spesso senza un fine didattico o funzionale alla scuola che portavano benefici (economici) solo agli organizzatori. Il punto nell’articolo di ItaliaOggi.

Basta con il far west della formazione in servizio. Nel decreto legge sulla Buona scuola troverà spazio anche una regolamentazione dei corsi di aggiornamento per gli insegnanti. Con un ruolo chiave assegnato al dirigente scolastico che, nella sua veste di responsabile delle azioni di miglioramento della didattica e dell’organizzazione, dovrà verificare la coerenza tra le attività proposte dai docenti e le esigenze dell’istituto.
Insomma, basta con l’autonomia dei singoli, che in passato è stata talvolta causa di inefficienza se non di sprechi, anche la formazione, che sarà utile in termini di merito e di scatti economici, dovrà rispondere a un progetto più complessivo di interesse dell’intera comunità scolastica così come si evincerà dal rapporto di autovalutazione della stessa scuola. Questo almeno l’intento dei tecnici del dicastero guidato da Stefania Giannini che stanno lavorando ai capitoli del pacchetto legislativo sulla Buona scuola. La formazione obbligatoria in servizio era nel programma del precedente ministro dell’istruzione, Maria Chiara Carrozza, che poi fu costretta a una marcia indietro. Il contratto nazionale prevede per la formazione 5 giorni di permesso, durante i quali il docente va sostituito. Ad oggi ci sono scuole dove il collegio dei docenti delibera le attività, con insegnanti che vi si attengono e altri che non lo fanno. E tanti che si muovono in autonomia. E poi c’è l’annosa questione della carenza dei fondi. Proteste si registrano in queste settimane, per esempio, per la mancanza di corsi di supporto alle attività di autovalutazione.

La Buona scuola dovrebbe intervenire sulla scelta dei corsi e sulla loro finalizzazione. Un tassello di un pacchetto normativo assai ampio, composto di un decreto legge e di un disegno di legge, che potrebbe debuttare al consiglio dei ministri del 27 febbraio, la prima data utile dopo la festa programmata per il 22 di febbraio, in occasione del primo anno del governo Renzi. E quando la partita del Quirinale, con tutte le ripercussioni che l’elezione del nuovo capo dello stato comporta per la tenuta del Pd e della maggioranza, sarà ormai alle spalle.

Il pacchetto scuola, stando alle anticipazioni di stampa del sottosegretario all’istruzione, Davide Faraone, sarà articolato su misure per gli studenti e misure per il personale. Con un’incursione sulle discipline obbligatorie e facoltative di insegnamento, e la necessità di una verifica delle Indicazioni nazionali ,cui rimanda la responsabile scuola del partito democratico, la senatrice Francesca Puglisi. Al momento, in assenza di un’indicazione politica chiara, risulta ancora irrisolto il nodo del mega piano assunzionale previsto dall’impianto originario della Buonascuola. Non sono noti i risultati del monitoraggio sulla consistenza per classi di concorso delle graduatorie ad esaurimento, che potrebbero contare meno dei 148 mila insegnanti ad oggi indicati come la platea finale dei precari da assumere. Il timore che serpeggia è che la composizione alle graduatorie non consenta di rispondere in modo soddisfacente al fabbisogno delle scuole, con docenti precari di classi di concorso per le quali ci sono esuberi, a fronte di altre classi che resterebbero scoperte. E un piano di riqualificazione professionale potrebbe non bastare per tutti.

Ma c’è chi fa notare come l’annuncio che tutti i docenti delle Gae saranno assunti è ormai stato acquisito e che tornare indietro sarebbe assai difficile. Intanto, un altro aggiustamento sembra invece fatto, ed è quello dei docenti precari non iscritti in graduatoria ma che vantano i requisiti deducibili dalla sentenza della Corte di giustizia europea. Per loro dovrebbe esserci spazio nel piano assunzionale.

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