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ELEZIONE DELLE RSU, UN AFFARE SOLO PER I SINDACATI?

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Ci siamo, al via la macchina organizzativa per le elezioni delle RSU. In questi giorni molti docenti e personale della scuola stanno ricevendo pressanti inviti da parte dei sindacati per candidarsi nelle varie liste.

EIPASS1La competizione è importante soprattutto per i sindacati, in ballo c’è la rappresentatività che tradotta in soldoni vuol dire tanti soldi fra permessi, distacchi sindacali eccetera. C’è già chi sta investendo tantissime risorse in campagne pubblicitarie sul WEB e non solo allo scopo di raggiungere l’obiettivo, mentre c’è chi come invita a boicottare le elezioni. 

Sindacati ai blocchi di partenza in vista dell’avvio delle procedure elettorali per il rinnovo delle rappresentanze sindacali unitarie delle scuole. L’annuncio delle elezioni, che nella scuola riguarderanno circa un milione di lavoratori, e il contestuale inizio della procedura elettorale è fissato ad oggi, 13 gennaio.

E da domani le organizzazioni sindacali potranno iniziare a raccogliere le firme per la presentazione delle liste.

Sempre dal 14 gennaio le scuole dovranno mettere a disposizione dei sindacati l’elenco generale alfabetico degli elettori. E dovranno consegnarlo in copia a tutte le organizzazioni sindacali che ne fanno richiesta. I termini sono contenuti nel protocollo per la definizione del calendario delle votazioni per il rinnovo delle rappresentanze unitarie del personale dei comparti, siglato il 28 ottobre scorso. Il termine entro il quale dovranno essere presentate le liste elettorali è stato fissato al 6 febbraio prossimo. Le elezioni avverranno il 3, il 4 e il 5 marzo.

La principale novità di quest’anno è che potranno candidarsi anche i precari. Purché siano stati assunti con un contratto almeno fino al 30 giugno. La novità è stata introdotta con una modifica al contratto quadro del 1998, sottoscritta con un accordo a parte il 28 novembre scorso. Viene rimossa, così, una stortura del precedente sistema elettorale, che precludeva ai precari l’accesso alle candidature. Anche in questo caso ci si adegua alle norme dell’Unione europea, che vietano trattamenti discriminatori tra lavoratori che fanno lo stesso mestiere. A nulla rilevando la durata del contratto di lavoro.

L’accesso dei precari all’elettorato passivo apre nuovi scenari, perché così facendo le organizzazioni sindacali potranno individuare i candidati con maggiore facilità, potendo giovarsi anche delle nuove leve, prima relegate al ruolo di meri elettori. Le elezioni per il rinnovo delle rappresentanze sindacali unitarie serviranno, oltre che per eleggere i rappresentanti sindacali scuola per scuola, anche e soprattutto per valutare il peso dei sindacati.

La rappresentatività sindacale, infatti, si calcola facendo la media tra il numero degli iscritti (le deleghe in busta paga) e il numero dei voti alle Rsu. Il 50% della rappresentatività viene calcolata facendo riferimento agli iscritti e il restante 50% sulla base dei voti. Per ottenere la rappresentatività, requisito essenziale per avere accesso ai tavoli della contrattazione collettiva, è necessario che l’organizzazione sindacale raggiunga almeno il 5% del tasso di rappresentatività complessivo.

Il mancato raggiungimento della soglia del 5% comporta l’esclusione dai tavoli negoziali e dalle prerogative sindacali (distacchi e permessi). I distacchi e i permessi, peraltro, sono ormai ridotti al lumicino. Perché hanno subito due decurtazioni molto incisive. La prima, operata dal governo Berlusconi, che ha cancellato il 15% dei distacchi e dei permessi sindacali e la seconda, adottata dal governo Renzi, che ha ridotto di un ulteriore 50% quello che era rimasto dopo il taglio del governo precedente. Resta il fatto, però, che la kermesse elettorale, che si rinnova ogni tre anni, è un momento di grande importanza perché consente ai lavoratori del pubblico impiego di scegliere i loro rappresentanti presso le scuole di servizio e di legittimare le organizzazioni sindacali, direttamente, con un semplice voto di preferenza.

Le consultazioni riguarderanno tutto il pubblico impiego, che occupa nel suo insieme 3.343.999 persone. Di questi, 1.005.840 unità lavorano nella scuola (al netto dei dirigenti scolastici che sono 7.482).

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