Succede alla “Santi Bivona” di Menfi (Agrigento), la scuola dove quattro professori su dieci stanno a casa. Carte mediche alla mano, il 40% sarebbe messo davvero male. “Abbiamo un triste primato, lo so”, allarga le braccia la preside
Ad Agrigento, scrive Il Corriere della Sera, è diventata un’epidemia, in questa scuola di Menfi, sulla costa meridionale della Sicilia, l’Istituto comprensivo “Santi Bivona”, dove è stato battuto ogni record: 70 casi su 170, tra docenti e bidelli.
A novembre, scrive ancora Il Corriere, la preside ha consegnato l’elenco dei beneficiari della 104, come ha chiesto a lei e a tutta la provincia il provveditore, e adesso aspetta di capire cosa fare.
È evidente che anche alla dirigente questo andazzo non piace anche per ragioni pratiche. “Gestire tutto questo personale con la 104 pone non pochi problemi organizzativi”. La norma dà diritto a 3 giorni al mese di permesso, per curarsi o curare gli altri, soltanto alla Santi Bivona di Menfi sono 210 giornate lavorative che vengono a mancare. “E c’è qualcuno che ti avvisa la mattina stessa che non verrà a scuola” lamenta la preside.
Nella provincia di Agrigento, capitale italiana dell’invalidità, vera o presunta, la bomba è deflagrata quando lo scorso settembre la Procura ha arrestato una ventina di persone, soprattutto medici compiacenti, e ne ha indagato oltre 100. Due anni di inchiesta, intercettazioni e pedinamenti, per dipingere un quadro che il gip ha definito senza timori «un circo». Nel quale ci sono pneumologi che soffiano nello spirometro perché il paziente non è in grado di sbagliare da solo il test, o radiologi che invitano «a mettersi storti» per far apparire patologie inesistenti.
Molti hanno ammesso e raccontato anche altro, riporta sempre Il Corriere della Sera, e adesso la Procura ha aperto un nuovo filone con quasi 300 persone coinvolte.
Ma i pm stanno trovando altri alleati, tra cui il provveditore Raffaele Zarbo che ha da poco concluso il primo censimento sui beneficiari della 104, perché finora nessuno sapeva esattamente quanti fossero, e consegnato il cd all’Inps. I numeri sono da capogiro: 1.043 docenti su 4.031 considerando scuola dell’infanzia, primaria e medie; 469 su 1.823 nel personale Ata, dai direttori amministrativi ai tecnici. Praticamente uno su 4, con una punta di oltre il 30 per cento tra gli insegnanti d’asilo.
I vantaggi di farsi scudo della “104” sono molteplici. Non solo permessi garantiti, a volte si aggiunge anche un riconoscimento economico. E soprattutto, nel mondo della scuola, permette di chiedere il trasferimento definitivo o provvisorio vicino casa.
Adesso che la lista c’è, l’Inps ha in programma una verifica di massa, oltre 1.500 persone da sottoporre nei prossimi mesi a una visita medico-legale di verifica. Mai avvenuto in Italia.
Come presidente dell’associazione “Insegnanti in movimento”, tuona un docente pendolare ligio alle regole, con mille iscritti, siamo pronti a costituirci parte civile nel processo che si farà sui furbetti delle cartelle cliniche. “Abbiamo visto di tutto, perfino colleghi che erano in permesso e poi mettevano online le foto della crociera, talmente si sentivano tranquilli. Si è toccato il fondo, e molti non lo sopportano più”.