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Scatti anzianità. Governo vuole ridurli 80%, aumenti 30 euro. ANIEF, intollerabile. FLCGIL, scatti a precari

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spagna111Il rinnovo del contratto non è più un rimandabile, secondo la FLCGIL. Richiesti più fondi, budget per l’autoformazione, la retribuzione del merito e scatti anche ai precari. Previsto il mantenimento del blocco contrattuale fino al 2018.

PERE’  notizia di ieri la volontà da parte del Governo di ridurre dell’80% il valore degli scatti stipendiali. A darne notizia lo stesso Sottosegretario Faraone che  ha rilasciato a Repubblica una dichiarazione legata alla revisione del progetto proposto dalle linee guida della riforma “La Buona scuola”. Progetto che prevedeva l’assegnazione di scatti stipendiali soltanto al 66% dei docenti solo su base meritocratica, cancellando completamente gli scatti di anzianità.

Una proposta che è stata sonoramente bocciata durante la fase di consultazione e che starebbe per essere rivista.

Secondo indiscrezioni e notizie informali in possesso della nostra testata, l’aliquota del 66% di docenti premiati e del 34% di “immeritevoli per decreto” non sarà modificato. Resterà, inoltre, il sistema di crediti per rientrare tra i fortunati docenti che conseguiranno gli scatti stipendiali.

Secondo quanto riferito dal Sottosegretario Faraone a Repubblica, l’intenzione è di instaurare un sistema misto di progressione carriera, mantenendo solo il 20% del valore degli scatti stipendiali e facendo dipendere il restante 80% dall’accumulo di crediti. In pratica, gli scatti di anzianità sarebbero ridotti a circa 30/35 euro ogni 3 anni.

Si tratta di un sistema che non muta di tanto l’iniziale proposta di cancellazione degli statti di anzianità e che, abbiamo avuto più volte modo di ribadire, causerà una perdita effettiva, anche consistente, delle retribuzioni.  

A tutto ciò si aggiunge che nelle intenzioni del Governo c’è il mantenimento del blocco contrattuale per i docenti fino al 2018, al fine di reperire i fondi necessari per l’avvio del sistema “meritocratico” e il MOF.

Il tutto sarà inciso entro la fine di febbraio in un Decreto legge, come annunciato dallo stesso Renzi in occasione del video messaggio diffuso lunedì scorso. Ci siamo chiesti se la nuova proposta sarà nuovamente sottoposta al giudizio dei docenti, magari con una nuova consultazione o, almeno, attraverso il coinvolgimento dei sindacati.

Sindacati che da canto loro scalpitano e che farebbero bene a riprendere velocemente le fila del discorso dopo la pausa vacanziera.

A fare i conti in tasca ai tagli degli stipendi di questi anni è il sindacato ANIEF che ricorda come l’inflazione sia cresciuta del 12 per cento rispetto agli aumenti delle buste paga dei docenti, che hanno il contratto scaduto dal 2009. Ed i lievi incrementi sono stati tra l’altro erogati soltanto grazie al taglio di tante decine di migliaia di posti di lavoro e di due terzi delle attività aggiuntive di insegnamento.

Secondo l’Ocse, dal 2010 al 2014 gli stipendi dei docenti hanno perso una media di 7.757 euro che sarà aggravato fino al 4% se verrà mantenuto il blocco stipendiale fino al 2018. In termini di potere d’acquisto la caduta, dall’inizio della crisi, è stata di ben 4,9 punti.

Un ulteriore taglio degli stipendi sarebbe, di conseguenza, intollerabile per la categoria. Innanzitutto, afferma l’ANIEF, bisogna adeguare gli stipendi all’inflazione, poi potremo parlare di merito.

 

La FLCIGL ha pubblicato sul “Giornale della effelleci” la piattaforma di richieste per il rinnovo contrattuale. Rinnovo non più rimandabile, secondo il sindacato, anche alla luce dell’evoluzione della stessa professione docente che oggi necessita di un aggiornamento costante e di professionalità rinnovata. Basti pensare alle innovazioni tecnologiche, ai BES, al registro elettronico, alla gestione degli alunni disabili.

Le  proposte avanzate dal sindacato vanno in direzione opposta rispetto alla proposta del Governo: dall’innalzamento dei livelli retributivi con il mantenimento dell’attuale inquadramento per fasce stipendiali, dal ruolo unico docente all’estensione delle progressioni economiche di carriera al personale a tempo determinato, dalla rivalutazione delle indennità e dei compensi orari alla valorizzazione di impegno e professionalità con risorse aggiuntive.

Una professionalità da aggiornare e rinnovare, che necessità di formazione. Per tale motivo la FLCGIL avanza l’ipotesi di dotare gl insegnanti di un budget personale per spese di formazione e acquisto strumenti didattici, nonché il rimborso spese viaggio per chi lavora su più sedi. A tutto ciò si aggiunge la richiesta di incremento dei fondi per l’offerta formativa.

Insomma, più fondi, mentre il Governo vorrebbe utilizzare gli stessi, ma distribuiti soltanto ad una parte dei docenti, i più “meritevoli”.

La partita è aperta, nella speranza che il Governo si ponga in posizione di ascolto e non voglia imporre per decreto una riforma degli stipendi che non raccoglierà di certo il consenso della categoria.

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