fbpx

Pantaleo. No ad organico funzionale per le supplenze. Rivedere scatti stipendiali o reazione molto dura

1043

PERIl nuovo anno potrebbe avere un inizio molto scoppiettante: all’annuncio di nuove regole anche in tema di scatti dettate per via legislativa, i sindacati promettono una reazione di piazza durissima, già prefigurata dalla giornata del 12 dicembre scorso.

Ma fino a che punto potranno spingersi i lavoratori nella difesa del loro salario? L’opinione pubblica solidarizzerebbe con loro? Si pensa a forme di protesta diverse dallo sciopero? Ne abbiamo parlato con Domenico Pantaleo, segretario Flc Cgil.

Nella nostra ultima chiacchierata un incontro col ministro Giannini era appena avvenuto, e di riapertura del contratto non si era nemmeno accennato. C’è qualcosa di nuovo sotto il sole adesso o l’annuncio del decreto di metà gennaio coglie di sorpresa anche lei?

“Stiamo aspettando. E’ probabile che ci ricontattino a breve per un altro incontro e in quell’occasione ci adopereremo nuovamente per la riapertura della trattativa. Certo, se l’intenzione è solo quella di invitarci per metterci di fronte a una decisione unilaterale, la nostra reazione sarà molto dura”.

Cioè scioperi?

“Dopo la giornata del 12 è evidente che la buona scuola non ha il sostegno dei lavoratori italiani. Venerdì scorso la piazza ha dimostrato a Renzi che il suo piano, anche per quanto riguarda la scuola, non ha una legittimazione popolare. Se, dopo questa dimostrazione, ci sarà da parte loro una presa di coscienza e la conseguente apertura al confronto, noi saremo disponibilissimi. Se, al contrario, proseguiranno sulla strada dei decreti, ci comporteremo di conseguenza”.

 

Pensa anche a scioperi a oltranza? Questo, tuttavia, non danneggerebbe il servizio ai cittadini mettendo in cattiva luce i docenti statali?

“Ci sono tante forme per manifestare il dissenso, non pensiamo soltanto allo sciopero, ma è prematuro parlarne adesso”.

Che ci dice della recente proposta dell’associazione Treellle relativa all’abolizione del contratto della scuola e alla definizione soltanto legislativa dei compiti del docente?

“L’associazione Trellle sostiene una tesi autoritaria, effetto della deriva renziana che sta assumendo la politica, in totale continuità col corso di Berlusconi. La fine della contrattazione significherebbe l’accettazione di una idea unilaterale e il trionfo della scuola come organismo corporativo. Tuttavia non credo che questi scenari si realizzeranno davvero: la reazione popolare sarà decisiva”.

A breve ci saranno anche i rinnovi delle rappresentanze sindacali. Crede che saranno in qualche modo incisive? Quali sono i punti su cui non cesserete di dare battaglia?

“Ne sono convinto. Le nuove RSU ci daranno forza. I punti su cui non bisogna demordere restano: superamento del precariato, no al taglio dei salari, no all’abolizione degli scatti”.

E dell’organico funzionale che cosa pensa? C’è davvero il rischio che possa mettere sullo stesso piano docenti neoassunti con docenti che hanno alle spalle molti anni di servizio, come ha fatto notare per esempio Apef?

“Per noi l’organico funzionale è una cosa molto positiva, ma di supplenze non voglio nemmeno sentir parlare. Deve servire al potenziamento dell’offerta formativa delle scuole, non a tappare i buchi. Vedremo a breve se l’interpretazione del governo collima con la nostra o se anche in questo caso ci sarà da lottare”.

In questo articolo