Secondo i tribunali, sì. Adesso bisognerà vedere se il Decreto prevede che anche un docente con contratti a tempo determinato possa diventare preside.
Pure i supplenti possono diventare presidi, lo hanno detto i tribunali. Tribunali che hanno anche sancito la validità degli anni pre-ruolo nel computo del tetto di servizio per partecipare alle selezioni.
Che il concorso sia in fase di carubrazione, è stata la redazione di OrizzonteScuola a darne notizia. I posti a bando probabilmente saranno 2871.
Il Decreto è ormai pronto e siamo curiosi di sapere cosa sarà scritto all’interno circa la possibilità del riconoscimento del precariato.
Che il servizio pre-ruolo come requisiti sia valido, lo hanno detto alcune sentenze. La n. 9729/14 su ricorso n. 9261/11 presentato dagli Avv. F. Ganci e W. Miceli, ad esempio. O la n. 4724 del 2014, con la quale il Consiglio di Stato ha rigettato l’appello del MIUR. Grazie a svariate sentenze, al precedente concorso sono stati ammessi centinaia di ricorrenti.
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Sentenze storiche che sanciscono un principio europea dell’equiparazione tra docenti precari e di ruolo.
Ma c’è di più. Infatti, è sentenza di qualche settimana fa, sempre degli avvocati F. Ganci e W. Miceli, la n. 5011/14. Questa volta ha riguardato tre precari, che dal prossimo anno siederanno non su una cattedra ma alla scrivania della dirigenza.
Ciò che ci ha lasciati a dir poco perplessi è stata l’argomentazione dell’avvocatura di Stato nel contrastare la richiesta da parte dei docenti a tempo determinato. Infatti, ha sostenuto che i precari svolgono un lavoro diverso, non potendo ricoprire incarichi e instaurando un rapporto di discontinuità nel servizio.
Argomentazioni che vanno contro qualsiasi principio di pari opportunità e di equiparazione tra docenti di ruolo e precari.
A fronte di tali sentenze, riteniamo stolto da parte dell’amministrazione non permettere a docenti con ruolo pregresso da precari o docenti precari di partecipare al concorso. Sarebbe l’avvio di una nuova stagione di ricorsi, che la scuola non vuol certo permettersi.