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STATALI ALLA CANNA DEL GAS: ECCO QUANTO HANNO TAGLIATO I GOVERNI DEGLI ULTIMI TRE ANNI

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Euro in meno, un salasso con un impoverimento procapite di ben 5000 Euro.  Questi soldi risparmiati sono serviti a rilanciare il  Paese? Assolutamente no!

perf1Otto miliardi di spesa in meno in soli tre anni: la crisi ha picchiato duro sul settore pubblico e fra blocco del contratto e blocco del turn over, dal 2010 ad oggi lo Stato ha “risparmiato” un bel po’ di soldi in stipendi ai travet. Negli ultimi anni la voce si è andata via via sgonfiando, passando dai 172,5 miliardi del 2010 ai 164,7 del 2013: così certificano le ultime tabelle sulla contabilità nazionale prodotte dall’Istat secondo le nuove regole europee.
Il taglio è pesante, il 4,5 per cento in meno in tre anni: in pratica la voce di spesa è tornata ai livelli del 2007. Una «ibernazione » dei redditi che, tradotta in potere d’acquisto delle singole famiglie, corrisponde ai 5 mila euro medi che ogni statale, secondo i calcoli della Cgil, avrebbe perso dal 2010 ad oggi. Anni di blocco dei contratti — fermi per quanto riguarda la parte economica da cinque anni a questa parte — e di blocco del turn over. La tanto contestata misura che ha fatto lievitare il numero di precari nello Stato (300 mila) e che innalzato fino a 57 anni l’età media della categoria.
Ma la corsa al ribasso non è finita: se la riforma della pubblica amministrazione modello-Madia prevede un ammorbidimento del blocco del turn over, altrettanto non si può dire per la riapertura della parte economica dei contratti pubblici. I soldi, ha detto il ministro della Funzione Pubblica non ci sono, e con buona probabilità il rinnovo non scatterà nemmeno nel 2015, salva la possibilità di far invece ripartire gli scatti d’anzianità e le progressioni in carriera. Legge di Stabilità permettendo. Né per gli statali è previsto l’eventuale anticipo del Tfr in busta paga (misura sulla quale il governo sta discutendo), che non va confusa con un aumento o recupero di stipendio — visto che si tratta di soldi che sono già dei lavoratori — e che comunque riguarderebbe solo i dipendenti del settore privato (per la Uil di Antonio Foccillo «anche questa è una discriminazione»).
Secondo le tavole Istat, che il taglio alle buste paga ha colpito più gli enti locali (meno 6,7 per cento di reddito) che quelle centrali (meno 2,8 sempre nei tre anni presi in considerazione). Sia per via di un blocco del turn over più pesante, sia in virtù degli ulteriori tagli praticati dai comuni in dissesto sui fondi per la contrattazione.
Scivolate di reddito che, secondo il governo, sarebbero state mitigate dal

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