Finalmente il MEF ha adeguato le buste paga del personale della scuola che aveva diritto al recupero degli scatti d’anzianità del 2012. Chi si trova nell’ultimo gradone ha trovato inbusta paga circa 1500 Euro di arretrati.
Il ministero dell’economia ha disposto il ripristino dell’utilità del 2012 ai fini della progressione retributiva di anzianità: i cosiddetti gradoni. E dunque, chi avrebbe dovuto maturare gli scatti nel 2012, e poi ha visto slittare in avanti il termine della maturazione degli incrementi retributivi, nella busta paga di settembre riceverà sia l’aumento che gli arretrati. È l’effetto dell’entrata a regime del contratto sul ripristino dell’utilità del 2012, sottoscritto definitivamente all’Aran il 7 agosto dai rappresentanti del governo e dei sindacati Cisl, Uil, Snals e Gilda-Unams (la Cgil non lo ha firmato).
Si tratta in media di circa 1500 euro di recupero.
L’adeguamento dei livelli retributivi è stato materialmente disposto dal dicastero di via XX settembre con una nota emanata il 17 settembre (120/2014). Il provvedimento reca anche le disposizioni per il riconoscimento al personale Ata di un emolumento una tantum a carattere stipendiale per il periodo 01/09/2011-31/08/2014. La sottoscrizione della bozza di accordo era avvenuta l’11 giugno scorso, in zona Cesarini, allontanando il rischio, per i lavoratori della scuola che avevano ottenuto l’avanzamento di gradone nel 2013, di vedersi retrocedere al gradone precedente. Così come prevedeva la legge, nel caso in cui entro il 30 giugno non si fosse arrivati ad un’intesa. La sottoscrizione definitiva consolida, dunque, anche questo risultato. L’anno oggetto dell’accordo è il 2012, la cui utilità era stata cancellata dal governo Berlusconi insieme al 2011 e al 2012. Gli anni 2010 e 2011 sono già stati recuperati con altri interventi. Rimaneva il 2012, che è stato rianimato grazie al nuovo accordo. I passaggi ai tavoli negoziali si sono resi necessari perché l’art. 9, comma 23, del decreto legge 31 maggio 2010, n. 78 ha disposto che: «Per il personale docente, amministrativo, tecnico ed ausiliario (Ata) della scuola, gli anni 2010, 2011 e 2012non sono utili ai fini della maturazione delle posizioni stipendiali e dei relativi incrementi economici previsti dalle disposizioni contrattuali vigenti».
L’intenzione del legislatore, infatti, era quella di introdurre un ritardo di tre anni nella maturazione degli scatti di anzianità. E ciò avrebbe comportato, a regime, una perdita secca di circa 1000 euro per ognuno degli anni del triennio, sia nella retribuzione che nella pensione. Con ulteriori decurtazioni della buonuscita.
Gli effetti delle nuove disposizioni, però, sono stati mitigati da un successivo intervento legislativo, che ha ripristinato l’utilità del 2010. Il tutto mediante l’utilizzo dei fondi inizialmente accantonati per finanziare il merito (si veda il decreto interministeriale 14 gennaio 2011 n. 3). Fondi derivanti dal taglio di circa 135mila posti di lavoro nella scuola, disposti tramite il piano programmatico dell’art.64 della legge 133/2008. Il ritardo, dunque, era già stato ridotto di un anno, grazie al recupero del 2010.
Per il recupero del 2011, però, i soldi del merito sono risultati insufficienti. Anche perché buona parte delle disponibilità sono state utilizzate dal governo per retribuire i docenti di sostegno, autorizzati in deroga alle riduzioni di organico. E quindi, per trovare i fondi che mancavano, governo e sindacati alla fine hanno deciso, a maggioranza, di utilizzare una parte dei fondi previsti per finanziare lo straordinario dei docenti e degli Ata (si veda il contratto del 13 marzo 2013). In ciò utilizzando il fondo per il miglioramento dell’offerta formativa (Mof). Infine, con l’accordo del 7 agosto, le parti hanno recuperato anche il 2012, attingendo, anche questa volta, ai fondi per lo straordinario dei docenti e dei non docenti. Incertezze restano sul futuro degli scatti per gli anni a venire, visto l’intento del governo di rivedere il peso dell’anzianità di servizio nella carriera dei docenti.
Secondo l’ipotesi di riforma del governo Renzi, infatti, gli scatti dovrebbero scomparire del tutto. E gli incrementi retributivi (circa 60 euro ogni tre anni) per il futuro, dovrebbero essere corrisposti a solo a due docenti su tre e legati al raggiungimento di obiettivi didattici, formativi e professionali.