Aspettavamo da giorni il comunicato stampa di Renzi riguardante la Riforma della “Nuova” scuola.
Abbiamo letto attentamente la proposta e , seppur ci siano delle linee positive – che speriamo non siano solo promesse – come l’inserimento di alcune materie (Ed. Fisica, Inglese, Ed. Artistica, Ed. Musicale) nella Primaria, riteniamo che la proposta in questione sia carente sotto altri punti di vista, come ad esempio la nuova “gestione” – per usare un termine manageriale che al Premier piace tanto – delle supplenze: il paventato abbattimento del precariato che di fatto si traduce nell’assunzione di pochi eletti lasciando a casa circa 200.000 precari di terza fascia, ritenuti non idonei all’insegnamento, ma che fino ad oggi hanno svolto il proprio lavoro con impegno ed onestà.
Vorremmo ricordare al Premier che i precari storici, inseriti oggi nelle GAE, sono partiti proprio dalla terza fascia e hanno avuto la possibilità di fare un percorso di crescita professionale, cosa che non verrà garantita al personale docente precario dell’attuale terza fascia. Troviamo questa disparità ingiustificata e abbiamo pensato ad una Nostra Buona Scuola, sviluppando dei punti di interesse collettivo e utili alla risoluzione del problema del precariato in senso generale e non elitario.
Vorremmo inoltre ricordare che se la scuola di oggi non funziona come dovrebbe, non è di certo per colpa dei supplenti che il più delle volte svolgono il lavoro con più entusiasmo e più motivazioni rispetto ai docenti di ruolo. Citiamo le parole di Enrico Mentana, nelle quali ci rispecchiamo profondamente: “la media di età dei precari è di 41 anni, che è sempre meno di quella dei professori già in organico (51 anni), ma conferma che il nostro paese non pensa minimamente ai giovani, se non in questo caso come eterni studenti. La sanatoria dei docenti scolastici segue la logica del bonus Irpef: aiutare i più deboli all’interno dell’attuale platea dei lavoratori, senza minimamente pensare a chi da questa platea viene tenuto lontano. Anche e soprattutto nella scuola servirebbero istruttori nativi digitali, e praticamente nessuno degli attuali docenti, precari compresi, lo è. Ma più in generale si conferma quel che segnalo da tempo: non essendo sindacalizzati, i giovani italiani non hanno voce nei tavoli in cui si decide il loro destino. In ogni trattativa o confronto siedono rappresentanti di lavoratori assunti, precari, cassintegrati, disoccupati, esodati, pensionati.”
Possiamo sintetizzare i punti chiave della nostra proposta, elaborata in collaborazione con tutti gli iscritti al gruppo e tenendo conto dei sistemi abilitanti e di reclutamento degli altri paesi UE:
- Rendere le graduatorie di istituto ad Esaurimento
- Attivare dei percorsi abilitanti speciali per coloro che sono nelle graduatorie di Istituto (che diventeranno ad esaurimento) senza esame di accesso, senza requisiti di servizio pregresso, ma con esame finale di merito (che tenga conto, in questo caso, anche degli anni di servizio pregressi, dando dei punti bonus per ogni anno scolastico di insegnamento), superato il quale si è abilitati.
- Attivare delle lauree 3+2 ad hoc per l’insegnamento, dove i due anni della specialistica siano a numero chiuso e abilitanti + 1 anno di tirocinio al quale si accede di diritto dopo la specialistica.
- Il percorso abilitante deve prevedere delle borse di studio per chi non può permettersi l’intero costo del corso.
- Assunzioni tramite concorso che tenga conto dei titoli, del servizio svolto e del punteggio ottenuto con l’abilitazione.
- No all’assunzione diretta da parte del preside.
- Le supplenze continueranno ad essere svolte dai docenti della nuova graduatoria ad esaurimento che include anche le vecchie graduatorie di istituto).
Fabio Bertero – Daniela Servello – Luca Palella – Angelica Albolino – Flora Lo Manto
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