Quotidianamente assiastiamo a paradossi politici che apparentemente sembrano non trovare spiegazione, ma spiegazione in realtà c’è, basta avere una conoscenza reale della scuola e delle ultime vicende che la riguardano. Proviamo a fare luce su uno degli ultimi paradossi renziani. Il Premier durante la presentazione delle linee guida (attenzione linee guida ergo buoni propostiti, ergo annunci) denominati manco a dirlo “La Buona Scuola” anticipa che dal prossimo anno si lavorerà all’immissione in ruolo di tutti i precari delle GaE. Annuncio che ha fatto conquistare a Renzi titoloni su titoloni sia sui giornali che nei TG nazionali. Il benefattore ha pensato di dare il ruolo ai precari in cambio di un piccolo (?) sacrificio, la rinucia degli scatti stipendiali perchè saranno legati al merito. Storia vecchia quella del merito, qualcuno ci spiegasse cosa vuol dire meritocrazia nella scuola perchè il dubbio che ci viene è che chi ne parla è perchè la scuola non la conosce affatto.
Ritornando alle immissioni in ruolo, vi sveliamo il trucco che c’è ma non si vede: la Corte di Giustizia Europea aveva dato ragione ai precari che chiedevano il ruolo dopo un certo periodo di precariato, così come aviene in altri Paesi UE e dunque ha intimato il governo italiano a mettere in ruolo coloro i quali avessero maturato i 36 mesi di servizio continuativo, in soldoni tutti coloro (o quasi) presenti nelle GaE. Nel frattempo molte sentenze condannavano lo Stato italiano a riconoscere e a pagare gli scatti maturati ai precari anche se non erano in ruolo, con un conseguente sostanzioso esborso per le Casse dello Stato.
Qual’era la mossa più logica che poteva fare il Governo per evitare la multa europea e non pagare gli scatti ai precari? Tutti in ruolo, ma senza scatti! In modo da restare per anni e anni con lo stipendio base e al contempo avere l’illusione del ruolo. Il paradosso è che converrebbe restare precari e continuare ad usufruire degli scatti maturati grazie alle sentenze!
Caro presidente Renzi la scuola e chi vi lavora ha bisogno di investimenti veri e non di prese in giro con il gioco delle tre carte perchè ccà nisciuno è fesso.