Fra le linee guida si ventila pure l’ingresso a scuola del preside manager e un conseguente ridisegno degli organi collegiali per distinguere tra potere di indirizzo, dei docenti, e potere di gestione che andrebbe nelle mani del dirigente.
L’idea sarebbe quella di dare più “strumenti e forza” al dirigente visto che ormai le sue competenze, e le conseguenti responsabilità, sono divenute essenzialmente gestionali e non più meramente didattiche.
Spiega infatti l’Anp, l’Associazione nazionale presidi, dopo avere apprezzato l’intenzione di aprire ai “dirigenti manager”, che fra l’altro è una vecchia ambizione dei “governatori” delle scuole: “I presidi oggi gestiscono risorse finanziarie, si occupano di organizzazione, di direzione del personale”, per cui largo a questa proposta.
E se verrà introdotta, di conseguenza dovrebbe pure essere ridisegnata l’attuale governace delle scuole e quindi funzione e ruolo degli organi collegiali per migliorare i cosiddetti processi decisionali, come se la scuola fosse una azienda, termine che richiama però ministri di altre epoche.
Come è noto, gli organi collegiali nelle scuole sono essenzialmente tre: il consiglio di classe, il collegio docenti e il consiglio di istituto.L’idea sarebbe quindi quella di distinguere potere di indirizzo, affidato sempre per lo più agli organi collegiali, che però dovrebbero essere modificati (come?), e potere di gestione che andrebbe affidato esclusivamente al dirigente.
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D’altra parte, con l’autonomia, i dirigenti scolastici hanno acquisito un ruolo cruciale in tutti gli aspetti di gestione della scuola: risorse finanziarie, strumentali e dei risultati del servizio, mentre, rispetto ai colleghi di altri paesi, mancherebbe loro il contesto istituzionale, le buone pratiche e gli effetti sui risultati degli studenti.
Con ogni probabilità, e come del resto da tempo si ipotizza, questo potere potrebbe riguardare anche la chiamata diretta dei docenti, compreso il licenziamento di quello esistente.
In ogni caso, come promesso sia da Renzi e sia da esponenti di rilievo del Pd, siccome nessuna riforma può calare dall’altro, verrà aperto un forum di consultazione della base, anche perché tutte le novità annunciate dal premier dovrebbero partire col prossimo anno scolastico.