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Avvio del nuovo anno spostato al 1° ottobre: nel 2015 potrebbero esserci delle novità

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Non si arrende il sindaco di Forte dei Marmi, Umberto Buratti. Dopo il no del ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, in merito alla sua richiesta di posticipare l’inizio dell’anno scolastico di almeno due settimane, il primo cittadino della località marittima toscana ha raccontato di aver avuto un nuovo colloquio con il responsabile del Miur: coinvolgeremo le regioni, non c’è alcuna contrapposizione fra le varie realtà italiane, siano esse località balneari, o montane, o città d’arte.

biennale-ultimo1Non si arrende il sindaco di Forte dei Marmi, Umberto Buratti: dopo il no del ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, in merito alla sua richiesta di posticipare l’inizio dell’anno scolastico ad inizio ottobre, il primo cittadino della località marittima toscana ha raccontato di aver avuto un nuovo colloquio con il responsabile del Miur. Il quale non sarebbe stato categorico. Anzi gli avrebbe lasciato la porta aperta.

“Il ministro – ha sottolineato il sindaco – mi ha assicurato che per il prossimo anno potremo riparlare della questione, coinvolgendo naturalmente anche le Regioni per valutare tutti gli aspetti di questa proposta. Ritengo – ha proseguito Buratti – che non ci sia alcuna contrapposizione fra le varie realtà italiane, siano esse località balneari, o montane, o città d’arte. Tutti devono adoperarsi per migliorare la fruibilità delle nostre risorse”.

Il primo cittadino di Forte dei Marmi ha quindi ribadito che “quindici giorni aggiuntivi di vacanza a settembre per i nostri studenti potrebbero essere un incentivo in più per fare turismo e non solo balneare. Aspetterò la riapertura degli uffici ministeriali per inviare formale richiesta di aprire un dialogo su questo tema, coinvolgendo anche tutte le altre realtà regionali interessate”.

Buratti, però, farebbe bene ad ascoltare prima di tutti le associazioni dei genitori: il ministro Giannini ha fatto intendere che qualsiasi cambiamento sostanziale di programma sui calendari scolastici non può prescindere dal consenso dei genitori degli alunni. Molti dei quali (soprattutto tra le famiglie dove a lavorare sono mamma e papà) non gradirebbero però di ritrovarsi a casa i figli anche per tutto il mese di settembre.

 

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