L’annuncio è arrivato nella serata del 29 luglio dal presidente, Francesco Boccia, al termine dell’esame delle coperture del dl P.A.: “è una spinta all’innovazione”. Torna a salire il pensionamento d’ufficio di professori universitari e primari: da 70 si era passati a 65, ora si va a 68 anni ma per ogni prof comandato a riposo si dovrà procedere all’assunzione di almeno un nuovo docente o ricercatore. Pollice verso, invece, per far dirigere le scuole ai vicari in assenza di ds titolari e con graduatorie esaurite.
Per il pensionamento dei ‘Quota 96’della scuola arriva il via libera più sofferto: quello della Commissione Bilancio della Camera. I parlamentari hanno detto “sì” allo sblocco di 4 mila dipendenti nella scuola, la cosiddetta quota 96, “nonostante il parere contrario del Mef”, ha spiegato nella serata del 29 luglio il presidente della Commissione, Francesco Boccia, al termine dell’esame delle coperture del dl P.A..
Boccia ha riconosciuto “il lavoro del sottosegretario all’Economia Giovanni Legnini”, sottolineando come la contrarietà fosse stata espressa “da una parte della Ragioneria”. La posizione della Commissione per Boccia rappresenta “una spinta all’innovazione, contro i conservatorismi”.
Lo stesso è accaduto, spiega Boccia, per la misura sul pensionamento d’ufficio di professori universitari e primari, in cui si è riusciti almeno ad abbassare l’età da 70 a 68 anni. Insomma Boccia e il ministro della P.A., Marianna Madia, avrebbero cercato di tenere il punto sugli aspetti del decreto relativi al turnover.
Si alza così la soglia d’età prevista per le uscite ‘obbligate’, la commissione Affari costituzionali della Camera è, infatti, tornata sulla modifica inserita venerdì scorso nel decreto legge di riforma della Pa, che fissava l’età per i cosiddetti ‘baroni’ a 65 anni. Ora questo limite resterebbe solo per i medici, mentre i ricercatori sono stati equiparati al resto dei dipendenti pubblici, per cui il tetto stabilito è di 62 anni.
Il governo, di fronte agli oltre mille emendamenti presentati, ha deciso, come era nelle attese, di porre la fiducia. A riscrivere la regola sul pensionamento d’ufficio è un emendamento presentato dal relatore al dl, Emanuele Fiano (Pd), che però precisa come per ogni professore comandato a riposo si debba procedere all’assunzione di almeno un nuovo docente o ricercatore.
Così, se da una parte la misura che punta a rottamare la Pa viene indebolita, aumentando di tre anni il limite per l’uscita, dall’altra viene imposto un turnover al 100%, almeno per gli istituti accademici. Dalla regola restano invece esclusi i magistrati, per cui è stato anche arduo abolire il trattenimento in servizio, tanto da rendere necessaria una proroga di oltre un anno (dall’ottobre del 2014 al dicembre del 2015). Slittamento che però è saltato per gli avvocati dello stato. Come dovrebbero non andare in porto le novità proposte per i dirigenti scolastici, per cui era stata avanzata l’ipotesi di rimpiazzarli con i vicari laddove le graduatorie risultino esaurite.
Come previsto, una valanga di oltre mille emendamenti, intanto, ha spinto il governo a porre fiducia sul dl, indicata in serata dalla conferenza dei capigruppo. Il 30 luglio dalle ore 21, dunque, sono previste le dichiarazioni di voto mentre il voto è atteso a partire dalle ore 23.