Cade un’altra delle ingiustizie della Riforma Fornero: ora bisogna cambiare la legge per tutti e restituire dignità all’età pensionabile.
Finalmente chi vuole andare volontariamente in pensioneprima dei 62 anni potrà farlo senza penalizzazioni, grazie ad un emendamento al Decreto sulla Pubblica Amministrazione che cancella tutte le decurtazioni economiche previste dalla legge Fornero e soprattutto elimina la dizione di «prestazione effettiva di lavoro».
Per maturare i 41 anni e sei mesi di anzianità (per le donne) e 42 anni e sei mesi (per gli uomini), necessari per la pensione di anzianità, si potrà tenere conto di tutto l’arco di vita lavorativa, compresi i giorni di sciopero, congedo matrimoniale, maternità facoltativa, e così via, senza penalizzazioni se non si raggiungono i 62 anni di età.
Sempre nel decreto sulla Pubblica Amministrazione sarà confermata l’abolizione del così detto «trattenimento in servizio», che consente di restare a lavoro per altri due anni, oltre l’età e il servizio maturati.
I dipendenti pubblici, compresi i dirigenti, potranno essere pensionati d’ufficio, una volta raggiunti i requisiti di servizio, ma mai prima dei 62 anni che diventano 65 per i medici e i professori universitari.
La norma ha valore retroattivo: da settembre, quando entrerà in vigore il decreto, il beneficio del trattenimenti in servizio cessa per tutti.
Ma come ha dichiarato il segretario generale della FLC CGIL ora bisogna cambiare la Riforma Fornero. Per restituire dignità all’età pensionabile è necessario ritornare ai criteri di flessibilità che salvaguardano le scelte dei lavoratori per la loro quiescenza e le speranze dei giovani di avere un’occupazione stabile.