Ancora bloccato il piano di stabilizzazioni triennale. Urgente una soluzione per i lavoratori a cui la pensione è stata scippata a un passo dal raggiungimento.
Mentre si introducono con lo strumento del decreto sempre più divisioni tra i precari della scuola, i cui numeri crescono a dismisura, è bloccato il piano triennale per coprire i posti vacanti previsto dal decreto 104 del 2013. È probabile che per quest’anno non si avviino le procedure e le assunzioni rischiano di avvenire solo sui numeri del turn over, peraltro ridotti dagli effetti della legge Fornero che sta lasciando al lavoro personale ormai grande di età e sta impedendo quel ricambio generazionale tanto sbandierato dai governi che si sono succeduti in questi anni.
In questo quadro la soluzione dei lavoratori che si riconoscono nella quota 96 è un atto dovuto da questo Governo che li ha illusi ogniqualvolta si prospettava una soluzione legislativa alla ingiustizia perpetrata dalla legge Fornero. Ora che la copertura economica sembra assicurata non c’è più motivo perché il Governo Renzi non sani questa incredibile vicenda. 4.000 precari potrebbero entrare di ruolo, 4.000 lavoratori potrebbero godere, anche se in ritardo di 2 anni, di quella pensione che gli è stata scippata a un passo dal raggiungimento.
La FLC CGIL chiede da tempo una inversione di tendenza nelle politiche scolastiche: soltanto investendo nella scuola pubblica se ne può migliorare la qualità che ha uno dei suoi presupposti essenziali nella continuità didattica dei piani dell’offerta formativa, garantita dalla stabilità del personale.
È necessario che il Governo sblocchi le procedure per la stabilizzazione senza chiedere sacrifici contrattuali ai precari; è necessario che il Governo concordi con le parti sociali politiche del reclutamento dei docenti che rispondano alle aspettative di coloro che a vario titolo spendono professionalità nella scuola.
L’assemblea del 9 luglio a Roma sarà il luogo dove rivendicare il superamento del precariato come condizione stabile del lavoro e dei lavoratori.