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alendario e stipendio: ecco la rivoluzione in arrivo. La settimana sarà di 36 ore, 22 giorni per i recuper. Scuole aperte fino alle 10 di sera

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Fonte : La Repubblica.it: ROMA – Il nuovo cantiere di viale Trastevere ha prodotto la prima opera: il piano per la scuola.perfezionamento 2014 Prevede un nuovo contratto di lavoro: più ore per tutti i docenti, 36 a settimana, e aumenti di stipendio a chi si prende responsabilità, offre competenze specifiche. A quattro mesi dall’insediamento, il Miur del ministro Giannini e del sottosegretario Reggi ha preparato il primo dossier sul futuro dell’istruzione italiana. Nei prossimi giorni andrà al vaglio del premier Renzi e il 15 luglio sarà presentato in società: una consultazione generale. “Dieci giorni ancora e la nostra proposta diventerà una legge delega”, dice il sottosegretario Roberto Reggi, autore del piano. Prima della pausa estiva il governo vorrebbe approvarlo in Consiglio dei ministri.

La scuola italiana non potrà più essere – “e non sarà più” – un ammortizzatore sociale. E così il nuovo piano affronta subito la questione più complicata: il contratto. Riguarda un milione di insegnanti. Il sindacato Anief ha chiesto preventivamente di fermare tutto, “prima si portino gli stipendi ai livelli dei paesi industrializzati, poi discutiamo”. Reggi ha ribaltato la questione e avanzato una proposta organica: scatti d’anzianità invariati e premi stipendiali fino al 30 per cento per i docenti impegnati in ruoli organizzativi (vicepresidi, docenti senior) o attività specializzate (lingue e informatica). In cambio il ministero chiede agli insegnanti una maggiore disponibilità: più ore a scuole per un periodo più lungo. Oggi nelle medie e nelle superiori un docente lavora 18 ore settimanali (più 80 ore l’anno per consigli di classe e d’istituto). Il resto, non è contabilizzato: chi fa zero e chi fa troppo. Il Miur di Giannini-Reggi chiede invece una disponibilità doppia e certa: 36 ore per tutti. La soglia dovrebbe valere per elementari e scuole d’infanzia. Una disponibilità maggiore è richiesta anche sull’arco dell’anno scolastico: la stagione dura 230 giorni, la scuola solo 208. Quei ventidue giorni vanno recuperati a giugno inoltrato. “Tutte le ricerche internazionali concordano sul fatto che gli insegnanti italiani lavorano meno, guadagnano meno e non fanno carriera. Vogliamo ribaltare le tre conclusioni”.

Una novità importante è quello sulle supplenze brevi. Oggi ci si affida a chiamate esterne, costose per i bilanci del Miur e ininfluenti sull’apprendimento dei ragazzi. Un prof interno può fare fino a sei ore di straordinario, pagato. Con l’allargamento della disponibilità a 36 ore le supplenze saranno richieste ai docenti già in cattedra nell’istituto senza riconoscimenti economici extra. I risparmi delle “supplenze interne” possono garantire investimenti nei premi ai più disponibili e nell’offerta formativa, scesa a 600 milioni e da raddoppiare.
Su questo passaggio – più lavoro a parità di stipendio -una colossale rivolta del mondo della scuola fermò l’ex ministro Francesco Profumo nel 2012. Matteo Renzi scommette su un clima diverso e sul patto della qualità: più ore, più impegno, più soldi. Con il nuovo piano prendono un potere fin qui sconosciuto i dirigenti scolastici: saranno loro a decidere a chi dare i bonus stipendiali. Anche per i presidi sono previsti aumenti in base ai risultati dell’istituto. Si chiede alle singole scuole di restare aperte oltre le 16,30 arrivando, gradualmente, all’orario 7-22, fino alla fine di luglio. Il piano, poi, vuole superare la teoria di percorsi oggi esistenti – Pas, ex Ssis, Tfa – per diventare docenti. Da una parte si cercherà di accelerare lo svuotamento delle vecchie graduatorie (Gae), oggi 154.398 iscritti. Dall’altra spariranno subito le graduatorie d’istituto, cariche di 467 mila precari. Si diventerà insegnanti solo con la laurea magistrale (3 anni più 2) e una stagione di tirocinio in classe. Quindi, esame per l’abilitazione: solo gli abilitati potranno accedere ai concorsi. Nel dossier si rafforza l’ipotesi del taglio di un anno alle scuole superiori e si immaginano risparmi globali per 1,5 miliardi.

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