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24 ORE DI LAVORO A SETTIMANA? PER OCSE, LAVORIAMO GIÀ 26 ORE, BISOGNA ADEGUARE GLI STIPENDI PRIMA DEL MERITO

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 tecnicadellascuolaOrizzonte scuola 30.6.2014

red – In questi giorni si fa un gran parlare di aumento di stipendio legato ad un aumento di ore lavorative oltre le 18 canoniche, ma i docenti lavorano già per un numero di ore maggiore, a dirlo l’OCSE-TALIS, ma il Ministero dimentica a riportare i dati.

Quel rapporto OCSE-TALIS sbandierato dal Ministero sul proprio sito e del quale fa una ricognizione in un comunicato, riprendendone gli aspetti salienti: dall’età dei docenti, all’assenza della valutazione e del merito, alla femminilizzazione del mestiere etc. Una bella ricognizione nella quale, però, dimentica di riportare il dato relativo alle ore lavorative dei docenti. Come mai?

Il Ministero ricorda l’età perché in questi anni la campagna che giustifica la revisione del sistema di reclutamento (che probabilmente sarà assegnato, nella sua forma definitiva, a reti di scuole), ricorda la mancanza di una valutazione della classe docente perché giustifica l’obiettivo posto dal Ministero a breve termine di un sistema che “valorizzi il personale della scuola”. Insomma, una ricognizione strumentalizzata, che omette un dato significativo.

Infatti, secondo il rapporto, gli insegnanti spendono il 79% del loro tempo di lezione sull’insegnamento e l’apprendimento effettivo.

Il 20% del loro tempo è utilizzato speso per compiti amministrativi e mantenere l’ordine in aula (8% e 13%, rispettivamente).

Inoltre, spende 17 ore settimanali in media per l’insegnamento, 5 ore a preparare le lezioni e 4 ore di correzione del lavoro degli studenti.

Di tutto ciò nessuna traccia nel comunicato ministeriale.

Gli stipendi dei docenti sono tra i più bassi d’europa, con una media UE di 30.150 ad inizio carriera e 42.567 a fine carriera, con l’Italia che vede una retribuzione massima di 42.567 euro ed uno stipendio di partenza di 28.907.

Insomma, innanzitutto bisognerebbe adeguare all’inflazione gli stipendi se non addirittura ai livelli europei e retribuire tutto il lavoro sommerso. Invece, ai docenti, si chiederà una maggiore professionalizzazione, ed un aumento di ore lavorative per ottenere un aumento di stipendio, che sarà spacciato per merito.

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