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VALUTAZIONE DEI DOCENTI – NON TERRÀ CONTO DEL GIUDIZIO DI GENITORI E ALUNNI

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Lo spauracchio della valutazione del lavoro dei docenti e della scuola in generale non si baserà sul giudizio dei genitori e degli allievi, è questo l’orientamento del MIUR che si baserà su altri fattori 

futuro sicuroIl giudizio di genitori e alunni non farà testo. La percezione che gli studenti hanno della loro scuola e dei loro insegnanti, le opinioni delle famiglie sulle politiche scolastiche e sulla qualità dell’offerta formativa non entreranno nella griglia dell’autovalutazione che da settembre ogni istituto scolastico sarà tenuto a fare. È l’orientamento che prevale a viale Trastevere, dove la direttiva per l’avvio del sistema nazionale di valutazione, previsto dal decreto n. 80/2013, è in corso di definizione.

Ogni istituto per la fine dell’anno scolastico 2014/2015 è chiamato, con il contributo di dirigenti e insegnanti, a elaborare il proprio piano di valutazione, sulla scorta delle indicazioni dell’Invalsi, distinte per indicatori (contesto sociale e risorse, per esempio) e livelli. L’elemento reputazionale, che pure è stato sperimentato nel corso del progetto Vales, è stato, secondo quanto risulta a ItaliaOggi, giudicato utile dagli esperti del gruppo di lavoro ma difficilmente quantificabile ai fini di un uso scientifico del rapporto di autovalutazione e delle azioni di miglioramento della singola scuola. Anche perché significherebbe raccogliere ed esaminare i dati riferiti a 8 mila scuola, moltiplicati per tutti gli studenti e relativi genitori. Ma forse, dietro la scelta che la ministra dell’istruzione, Stefania Giannini, è in procinto di assumere, c’è anche l’interesse a liberare il campo dalle polemiche e contrapposizioni che in questi anni hanno condito il percorso della valutazione a colpi di «vogliono dare i voti ai prof» oppure «così si fa l’elenco delle scuole buone e di quelle cattive». Riportare la valutazione all’interno di un solco esclusivamente didattico e organizzativo, evitando classifiche e voti, appare, soprattutto in questa prima fase, essenziale. E così niente peso all’opinione di ragazzi e famiglie tra gli gli indicatori della valutazione. Ogni scuola, forte della propria autonomia, avrà il compito di autovalutarsi sotto la regia dell’Invalsi, per le scuole che presentano difficoltà ci sarà l’invio di valutatori esterni. Sulla scorta dei punti di forza e di debolezza, dovranno essere fissati anche gli obiettivi di miglioramento, elemento questo che da subito avrà effetti anche sulla valutazione (e retribuzione di risultato) dei dirigenti.La ministra Giannini pare intenzionato a firmarla in tempi stretti, certamente entro luglio.

 
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