Gli oltre 154mila docenti che hanno inviato richiesta di permanenza, trasferimento, scioglimento o conferma riserva, stanno “scalpitando”: vogliono sapere in che posizione verranno collocati. Il Miur: pronte per i primi di agosto. Ma gli esiti di migliaia di ricorsi, alcuni dei quali già vinti, potrebbero “mescolare” tutto. Costringendo l’amministrazione a fare i soliti salti mortali per assegnare le supplenze a ridosso dell’avvio del nuovo anno. E i precari interessati a passare l’estate col pc sotto il braccio.
La scuola è appena finita, ma per gli uffici periferici del Miur c’è poco da rilassarsi: per i circa 100 Ambiti Territoriali italiani sino una serie di scadenze da rispettare. La prima delle quali, su cui stanno operando a pieno regime, è la definizione delle nuove graduatorie ad esaurimento. A quasi un mese dalla scadenza (comprensiva di proroga) dell’invio telematico delle domande di aggiornamento, gli oltre 154mila precari (per la verità meno che in passato) che hanno inviato richiesta di permanenza, trasferimento, scioglimento o conferma della riserva, stanno cominciando a “scalpitare” per sapere quando usciranno le graduatorie e dove saranno collocati.
Nei giorni scorsi il sottosegretario all’Istruzione, Gabriele Toccafondi, rispondendo ad un’interrogazione parlamentare, ha assicurato che le liste di attesa verranno regolarmente pubblicate entro la fine di luglio, al massimo per la prima decade di agosto. Assicurando, in tal modo, l’assegnazione delle supplenze annuali o fino al termine dell’anno scolastico sulla base delle graduatorie aggiornate.
Al di là delle dichiarazioni ufficiali, però la definizione delle GaE (valide anche per i prossimi due anni scolastici) al momento appare in alto mare. Al di là dei tempi tecnici di aggiornamento, anche stavolta le sentenze dei tribunali potrebbero infatti “mescolare” le posizioni: per diverse migliaia di precari è previsto un incremento dei punti. Nei giorni scorsi il Consiglio di Stato ha infatti dato ragione all’Anief, che da tempo reclamava il bonus di 6 punti per gli abilitati SSIS e assimilati (Scienze della formazione primaria, Afam e Cobaslid). Il parere, che respinge in via definitiva gli appelli del Miur, dovrebbe trovare attuazione”: il presidente Anief, Marcello Pacifico, ha già fatto sapere che il suo sindacato è pronto a “chiedere il commissariamento del ministero se le sentenze non saranno immediatamente eseguite”.
Adesso inizia la corsa contro il tempo: l’Anief si aspetta che i 6 punti di bonus vengano assegnati prima della pubblicazione delle nuove graduatorie, attualmente in lavorazione presso gli ex Uffici scolastici provinciali. Ma siccome il sindacato autonomo ha anche riaperto i termini per le adesione al ricorso fino al prossimo 26 giugno, le richieste formali a Viale Trastevere per la revisione del punteggio arriveranno solo a fine mese. E siccome non saranno poche, ci vorranno un po’ di giorni per esaminarle. A meno che il Miur non dia ordine di tirare dritto, senza aspettare l’applicazione di quello che in gergo giuridico-tecnico si chiama “giudizio di ottemperanza”. Rischiando, però, in tal caso di allungare ulteriormente i tempi, visto che il sindacato ha già messo le mani avanti.
Come se non bastasse, ci sono poi almeno 15mila richieste di inserimento nelle stesse graduatorie: riguardano tutti gli abilitati degli ultimi anni che, a seguito della “blindatura” delle GaE, sono rimasti fuori e che sempre attraverso la via del ricorso hanno tentato di essere collocati almeno in una graduatoria aggiuntiva. E su questo versante i tempi sono ancora più lunghi: i primi pronunciamenti (in questo caso da parte dei giudici del Tar del Lazio) sono previsti per il mese di luglio. E qualora i giudici decidessero di accogliere i ricorsi, ma anche di optare per un inserimento con “riserva”, per l’amministrazione si tratterebbe di un’altra grana di non poco conto.
Comunque vada, al momento vi è solo una certezza: anche quest’anno l’aggiornamento delle GaE si rivelerà complesso e sofferto. Con le graduatorie definitive pubblicate, se va bene, sul filo di lana. E i precari interessati costretti a passare le vacanze con un occhio puntato al computer per seguirne gli sviluppi, sempre pronti a presentare l’ennesimo ricorso a tutela del proprio punteggio.