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CLAMOROSO – IL MINISTRO GIANNINI PRESENTA E DIMISSIONI

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Altro che il M5S, la vera sconfitta è la ministra Giannini e Scelta Civica che alle europee è praticamente scomparso. Una batosta incredibile che ha portato l’attuale ministro dell’Istruzione a rassegnare le dimissioni. Lo scrive nell’articolo che segue ItaliaOggi.

E’ stata Scelta civica la vittima principale del Pd di Matteo Renzi. E il partito guidato dal ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, dopo la disfatta che alle Europee ha fatto calare  il partito fino all’irrilevante percentuale delo 0,71%,  adesso si interroga sul futuro e sulla propria collocazione politica. Tanto che alla riunione del direttivo del partito, che ha cominciato a discutere l’azzeramento delle cariche interne ma soprattutto il percorso strategico da intraprendere, il segretario e ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, si è presentata dimissionaria. “Di fronte a una sconfitta di questa portata consegno all’assemblea le mie dimissioni”  avrebbe detto. “La nostra responsabilità è quella mantenere la lucidità e avviare un percorso di analisi e arrivare nel tempo necessario a capire quale orientamento dare a Scelta Civica. Da queste elezioni noi usciamo sconfitti, ma il paese ne esce rafforzato: il Pd al 41% dà all’Italia forza di essere leader a livello internazionale”. Certo è che, in  attesa di sapere se l’assemblea accetterà o respingerà le dimissioni, la tensione resta alta: deputati e senatori hanno avviato una raccolta di firme per chiedere le dimissioni dei capigruppo di camera e senato, Andrea Romano e Gianluca Susta, e  la rinuncia di Giannini all’incarico di segretario. Una richiesta che mette in mora la strategia dei vertici di Scelta civica, favorevoli a una graduale confluenza nel Pd di Matteo Renzi mentre l’80% circa dei parlamentari  preferirebbe tentare una alleanza diretta con il Nuovo centrodestra di Angelino Alfano. Certo è che mentre il partito si trova alle prese con una scelta difficilissima, l’Istituto Cattaneo di Bologna  ha scoperto che gli elettori di Sc hanno già risolto  il problema. Secondo l’istituto specializzato nell’analisi dei flussi elettorali,  il successo di Renzi è stato basato sulla tenuta dell’elettorato del Pd nei confronti dell’astensione, sulla conquista del bacino di Scelta civica e sul passaggio di molti elettori di Forza Italia e dell’ex Pdl e di molti fan del MoVimento 5 Stelle all’astensionismo. L’analisi dell’Istituto Cattaneo di Bologna ha preso in considerazione i flussi elettorali in 11 città (Torino, Genova, Brescia, Padova, Venezia, Parma, Bologna, Firenze, Pescara, Catania, Palermo) e confrontato le elezioni per la camera dei deputati del 2013 e le Europee del 2014. Pochi, per il centro studi bolognese, i salti di campo tra destra e sinistra. -All’interno del Pd, Renzi ha saputo convincere senza remore il proprio elettorato; all’esterno, spiega il Cattaneo, ha convinto i centristi molto di più di quanto non abbia saputo fare Alfano. Per il centro studi va aggiunto che in una elezione politica, nella quale l’astensione giocasse un ruolo meno importante rispetto a quello naturalmente avuto in una elezione “di secondo ordine”, è possibile che non pochi elettori ora astensionisti possano rientrare nei ranghi di partenza, sia di Forza Italia che del Movimento 5 stelle. Entrando nel dettaglio dell’analisi dei flussi, risultano fortissimi i passaggi da Scelta Civica al Pd nel Nord: a Torino, Brescia, Padova, Venezia oltre 5 punti percentuali di elettorato (che equivalgono a quasi il doppio in % su voti validi) si sono spostati da Monti a Renzi; quasi altrettanto forte è il flusso a Genova. Stessa tendenza a Parma, solo lievemente più modesta a Bologna e Firenze.

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