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AGGIORNAMENTO DELLE GRADUATORIE – E’ ESODO DAL SUD VERSO IL NORD, ECCO LE CLASSI DI CONCORSO INTERESSATE

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Il Sud negli ultimi anni ha subìto i tagli maggiori agli organici, a questi bisogna sommare il calo demografico dovuto alla nuove emigrazione e il risultato è che i precari over 50 hanno poche speranze per il posto in ruolo e sono costrette a spostare le loro graduatorie al Nord, si tratta di un vero e proprio esodo, ne scrive nell’articoloc he segue Antimo Di Geronimo.

Sono circa 30mila i docenti precari storici del Sud che stanno per trasferirsi al Nord. L’esodo riguarda non solo i docenti più giovani, ma anche e soprattutto gli insegnanti anziani, che occupano i vertici delle graduatorie a esaurimento delle classi di concorso con meno cattedre. Per esempio: A060 (scienze), A039 ( geografia) A019 ( diritto) A017 (economia aziendale).
Hanno visto definitivamente andare in fumo la prospettiva dell’immissione in ruolo a causa dei tagli agli organici e della sistematica riduzione del numero degli alunni, che da decenni affligge le province del sud.

La stima, di fonte sindacale, è calcolata sulla base del volume di domande gestite finora nelle sedi periferiche di alcune organizzazioni. Il fenomeno, dunque, potrebbe assumere dimensioni ancora più consistenti. Tanto più che la riduzione delle disponibilità per le immissioni in ruolo e per le supplenze, al sud, è la risultante di più vettori. Agli effetti dei tagli e del calo demografico si aggiungono anche quelli dovuti al probabile rientro in sede dei docenti che, dopo essere emigrati al nord, hanno incassato l’immissione ruolo. E adesso aspirano legittimamente a ritornare a casa loro. Quest’ultimo fenomeno rischia di assumere proporzioni bibliche.
Con il decreto Carrozza, il vincolo di permanenza quinquennale nella regione di immissione in ruolo è sceso a 3 anni. E a ciò si aggiunge l’ulteriore scappatoia delle assegnazioni provvisorie. Vale a dire, l’ulteriore chance dei trasferimenti interprovinciali di durata annuale. Pertanto, i docenti che non dovessero riuscire ad ottenere il trasferimento interprovinciale da nord a sud, in sede di mobilità a domanda, potranno ritentare la fortuna nella fase della mobilità annuale. Oltre tutto, a differenza della mobilità a domanda, dove i trasferimenti interprovinciali possono essere effettuati solo sul 25% dei posti vacanti in organico di diritto, nella mobilità annuale questa limitazione non sussiste. E quindi, i movimenti vengono disposti su tutti i posti disponibili e solo quelli che rimangono vuoti vengono destinati agli incarichi di supplenza. Va detto subito che il vincolo di inamovibilità triennale, previsto dalla legge, vale anche per le assegnazioni provvisorie. Ma il contratto contiene una deroga per i genitori di bambini fino ad 8 anni (art.7, c.3) e, addirittura, una precedenza per chi ha figli di età non superiore a tre anni. E tale deroga aggira il vincolo triennale, specie se si pensa che, di solito, i docenti che sono andati al nord negli ultimi anni sono piuttosto giovani.
É proprio a causa della giovane età, e quindi dello scarso punteggio, che hanno dovuto sopportare i disagi dell’emigrazione. Dunque, grazie all’età fertile, è più facile che si trovino nelle condizioni di fruire della deroga. Deroga, peraltro, che potrebbe essere illegittima. Perché non poggia su alcuna norma di legge. E quindi, sembrerebbe collidere apertamente con il divieto di deroga contenuto nel decreto legislativo 165/2001. Che sanziona con la nullità le clausole dei contratti collettivi che derogano le norme di legge. Il fenomeno migratorio a cui si sta assistendo, dunque, è profondamente diverso rispetto al passato e, soprattutto, non ha precedenti. Non si tratta di giovani che vanno in cerca di fortuna.
Molti dei docenti che stanno facendo le valigie, infatti, hanno superato da tempo la cinquantina. Ma si vedono costretti ad emigrare perché, pur avendo accumulato centinaia di punti, non sono riusciti ad ottenere l’immissione in ruolo. E adesso rischiano di non lavorare più nelle province di residenza a causa del rientro dei giovani docenti che, anni fa, si erano fatti le valigie proprio perché i maggiori punteggi dei docenti più anziani precludevano loro l’accesso al lavoro. E’ un fenomeno aberrante che fa a pugni con il principio del merito e che pone in rotta di collisione due generazioni di docenti, ponendo nel nulla i diritti degli insegnanti più anziani.

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