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STUDIARE MEDICINA IN ALBANIA CONVIENE

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Studenti.it mette in linea l’intervista a una ragazza che, non avendo superato i test in Italia, si è iscritta alla facoltà di medicina di Tirana: soddisfatta

Anche a Tirana però per accedere a medicina occorre superare i test di accesso, ma con la differenza, dice la ragazza intervistata da Studenti.it, che in Albania si tiene conto anche del voto con cui si esce dalla maturità e avendo preso il massimo, unito ad un buon punteggio al test, Cristiana è riuscita ad entrare.
 La strada albanese sembrerebbe dunque uno strumento legittimo per bypassare il numero chiuso di alcune facoltà italiane. Ciò che tuttavia rende entusiasta la studentessa italiana in Albania è avere constato che i professori sono gli stessi che a Tor Vergata, si studia in italiano, i programmi sono molto difficili e la frequenza è obbligatoria dalle 9 di mattina alle 18. È vero, aggiunge nell’intervista, che la retta si aggira intorno agli 8.000€ ma in compenso la vita è molto più economica che in Italia: con 200€ riesce a pagarsi una stanza singola in una casa molto grande nel centro di Tirana con altre due studentesse. 
Per lei la convenzione tra l’università di Tirana e Tor Vergata è stata una grande occasione che le sta consentendo di studiare quello che ha sempre voluto e a cui il sistema selettivo italiano non le avrebbe consentito di scegliere. Ha già dato degli esami e nonostante abbia ritentato il test quest’anno per riavvicinarsi alla sua famiglia non sarà un problema se non dovesse riuscire a passare neanche stavolta.
 Tuttavia, scrive il sito, un alto dirigente della facoltà di Medicina della Sapienza a microfoni spenti avrebbe detto: “E’ una vergogna. Si pagano 7-8 mila euro per evitare il test. Bisognerebbe proporre che chi studia medicina in percorsi del genere al ritorno in Italia faccia comunque il test”. Sembra di capire che a Tirana basterebbe pagare una sorta di “pizzo” tra i 7 e gli 8mila euro e si entra dritto dritto nella facoltà desiderata, evitando gli esami di accesso. E se è così, si conferma la subdola idea che basta avere soldi e tutte le strade si aprono, a beffa e scorno del merito
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