1PAS SPAGNOLO PAVIA: Comunicazione da parte dei corsisti
a) STRUTTURA DEI CORSI – DISTINZIONE CLASSI DI CONCORSO.
L’organizzazione dei corsi non tiene conto delle specifiche e differenti classi di concorso abilitanti, ovvero:
superiori e secondaria di primo grado. Ciò, peraltro, appare del tutto in contrasto con il dettame della
normativa in materia. In particolare, si ricorda che il Decreto Dipartimentale del Ministero dell’Istruzione
n. 45/20143 (che qui si allega per completezza) ha precisato che “i percorsi sono distinti per ciascuna
classe di concorso” e che i crediti formativi sono indirizzati alla “verifica e al consolidamento della
conoscenza delle discipline oggetto di insegnamento della classe di concorso e al perfezionamento delle
relative competenze didattiche” (art. 1 All. A) e, pertanto, gli abilitati del percorso speciale abilitante
dovranno dimostrare di possedere “solide conoscenze delle discipline oggetto di insegnamento” (art. 2 All.
A). Non si comprende, pertanto, il motivo per cui venga imposto lo studio e l’insegnamento della letteratura
spagnola anche a chi si abiliterà nella classe di concorso per le scuole secondarie di primo grado visto che, la
predetta disciplina, non rientra nei programmi ministeriali! Segnaliamo altresì che la predetta distinzione
viene posta in essere non solo in altri atenei lombardi che hanno attivato i c.d. PAS, ma anche nella stessa
Università di Pavia per l’abilitazione alla altra lingua straniera (tedesco). Delle due l’una: o viene conferita
una doppia abilitazione (e ciò non è possibile perché in contrasto con la norma attuativa), oppure dovrà
essere rimodulato il percorso attenendosi al preciso tenore letterale della norma in parola, senza che ciò
possa destare alcun tipo di interpretazione “estensiva” o personale da parte del docente incaricato. Si chiede,
pertanto, che venga modificata la struttura dei corsi affinché gli stessi siano adeguati alle finalità preposte ed
alle specifiche discipline che saranno oggetto della classe abilitante scelta dal candidato e prevista dallo
stesso Ministero per il grado di scuola.
b) NATURA DEI PAS E CARICHI DI LAVORO.
L’art. 3 del Decreto Dipartimentale di cui sopra, ha imposto agli Atenei che l’inizio dei Corsi PAS avvenisse
“nella seconda metà di dicembre 2013”. Orbene, tale disposizione è stata disattesa e, nel caso specifico, le
lezioni del corso di spagnolo sono iniziate in data 20.02.2014 e uno degli insegnamenti addirittura in data
25.03.2014. In tale sede, ovviamente, non ci vogliamo soffermare – perché non ci compete – sui motivi di
siffatto ritardo, ma sul fatto che, ciononostante, non sono stati rimodulati da parte dei docenti i carichi di
lavoro che, di fatto, non tengono conto dei due mesi di ritardo dall’attivazione visto che, oltretutto, verrà
confermato il termine imposto dal Ministero (fine luglio). Si rammenta, infatti, che la natura dei PAS è
creare un percorso abilitante non solo per chi è già in possesso dei requisiti accademici specifici della
materia (Laurea magistrale in Lingue e Letterature Straniere) già accertati e consolidati ma, soprattutto,
dell’esperienza pluriennale maturata come insegnante. Ed infatti, l’attivazione del PAS è frutto
dell’adeguamento alla normativa di derivazione comunitaria (2005/36 CE) in materia di riconoscimento
delle qualifiche professionali all’interno dei Paesi Membri e, quindi, esso deve avere un carattere formativoabilitante
verso chi possiede già dei requisiti accademici e professionali. Ciononostante, il carico di lavoro
richiesto nei programmi didattici – oltre ad essere eccessivo e non commisurato all’effettivo tempo a
disposizione dei corsiti che, lo si ricorda, hanno a disposizione poco tempo per studiare in quanto tutti
impegnati lavorativamente come insegnanti – risulta essere incentrato su basi puramente nozionistiche e
teoriche, ovvero su tematiche già affrontate e testate durante il percorso universitario dei singoli corsisti.
Ciò detto, si richiede che vengano commisurati i programmi oggetto di esame finale sia all’effettivo tempo a
disposizione degli studenti per potere adeguatamente prepararsi allo svolgimento delle prove finali ma,
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soprattutto, che gli stessi siano modulati in base agli scopi e alla natura dei PAS che non è quella di un
normale ed ordinario percorso di laurea o selezione concorsuale.
c) NATURA DEI PARTECIPANTI.
In aggiunta a quanto sopra esposto segnaliamo altresì che ai partecipanti viene chiesto, oltre alla retta
universitaria (€ 2.500,00), anche un notevole esborso per acquisto di libri e manuali e materiali didattici. In
aggiunta a ciò, se si considera che molti degli studenti vengono da fuori Pavia sostenendo spese di viaggio e
sottraendo tempo a lavoro e famiglia, il carico di oneri a carico di ciascun partecipante si può
approssimativamente aggirare attorno ai € 3.500-4.000 per 5 mesi di “lezioni”. Anche tutto ciò appare
assolutamente in contrasto con lo scopo e la natura dei percorsi stessi che si rivolgono a personale lavoratore
(in gran maggioranza “precario”) della scuola che, oltretutto, dovrà sostenere le prove finali a ridosso o in
concomitanza con gli esami di terza media o di maturità. A tale proposito, pertanto, l’Università dovrà
comunque garantire – stilando un calendario che tenga conto delle rispettive esigenze di cui sopra – che tutti
i corsisti abbiano la possibilità di potere sostenere tutti gli appelli previsti in base alle disposizioni
ministeriali. Ed infatti, si rammenta che al tempo impiegato per la preparazione degli esami finali, si
aggiunge l’attività di insegnamento quotidiano, la necessità di preparare le lezioni, di correggere i compiti,
di partecipare ai collegi docenti e alle riunioni con i genitori: tutte attività che, probabilmente, non sono state
tenute in conto da parte di chi organizza e gestisce il corso in oggetto. E’ evidentemente impossibile potere
commisurare la preparazione di programmi così ampi e vasti in così poco tempo, stante la particolare natura
dei partecipanti. Ci sembra poi assurdo dovere essere rivalutati su argomenti e nozioni già acquisite durante
il nostro piano di studi universitario che è considerato come “conditio sine qua non” per la partecipazione al
PAS oltre agli anni servizio (almeno 3) maturati come insegnanti. Chiediamo pertanto che, di siffatte
argomentazioni, se ne possa tenere conto sia durante lo svolgimento delle lezioni che nella valutazione
finale.