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AGGIORNAMENTO GAE: CHE SUCCEDERÀ?

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07/04/2014
Dal 10 aprile al 9 maggio, con ogni probabilità, sarà possibile aggiornare le Graduatorie ad esaurimento (GaE), tramite il programma Miur “Istanze online”. Migliaia sono i docenti sul limitare della partenza e con loro ci saranno altrettante migliaia di carte e scartoffie, telematiche, ma certamente a rischio caos. Che succederà inoltre se non saranno riaperte ai nuovi aspiranti?

BESE online, se non ci saranno proroghe, per aggiornare la graduatoria si dovranno spedire gli eventuali nuovi titoli di studio, i servizi maturati, il cambio di provincia e tutto ciò che è utile per riaggiustare il punteggio, in funzione dei nuovi elenchi GaE e quindi delle rinnovate graduatorie e quindi dei nuovi tempi di attesa per entrare a scuola di ruolo finalmente.
A occhio e croce i professori interessati a tali operazioni dovrebbero essere oltre 170 mila, ma ce ne sono circa altri 140 mila che bussano con uguale e rinnovata intensità alle porte del Miur, chiedendo l’accesso nelle GaE, nonostante da anni si dica che, essendo queste Graduatorie a Esaurimento, non si possono sempre spalancare le loro porte, altrimenti non si esaurisce mai il “chi sale e il chi scende” e tutto rimane sempre altalenante.
140 mila dunque i nuovi aspiranti, con lancia in resta, in attesa di entrare nelle GaE e in più una frastagliata composizione, nella quale troviamo: 12mila abilitati dal TFA, 7mila abilitati tramite titoli di servizio e PAS, 55mila abilitati dal diploma magistrale, senza contare le migliaia di aspiranti insegnanti di ruolo che hanno superato l’ultimo concorso, quello del 2012. Potranno quindi esserci nella GAE circa 320/330 mila aspiranti, rispetto agli attuali 170mila, dove tuttavia c’è pure una piccolissima parte di ammessi con riserva.
E legittimo a questo punto prevedere il caos? Sicuramente certo, perché per un verso potrebbero partire ricorsi e lagnanze all’interno dei 170 mila per cause e motivi diversi, dai documenti e certificazioni magari ottenuti non per vie del tutto legittime, compresi i titoli, agli sbagli casuali o causali. E poi i ricorsi sicuramente partiranno dalle retrovie dei 140 mila aspiranti a far parte delle GaE, i quali, ciascuno secondo le proprie legittime attese, pretende l’inclusione.
Gioia suprema però per gli studi legali, che già si fregano le mani (come quegli imprenditori la notte del terremoto dell’Aquila), e per i taluni sindacati che sulle smagliature del Miur hanno fatto le fortune. In crisi i tribunali e le tasche di tutti questi professori, costretti a creare caos e contenziosi per colpa di un ministero farraginoso, antico, atipico e ingolfato.
La ricetta? Non spetta a noi prescriverla, ma affidare sempre ai tribunali la risoluzione di casi simili, dovrebbe fare vergognare chi guida la nave, questa sorta di “Concordia” crocieristica che però non sa nemmeno dove e quando inchinarsi, anche perché non c’è nessuno che gridi dai sicuri porti: salga a bardo…mannaggia!

di Pasquale Almirante

http://www.latecnicadellascuola.it/index.php?id=53680&action=view

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