n attesa della sentenza della Corte europea, i precari della scuola attendono risposte dalla ministra Giannini.
Per la FLC CGIL il reclutamento è una prerogativa dello Stato che garantisce la qualità della scuola italiana, ottemperando al mandato degli articoli 33 e 34 della Costituzione.
Non è pensabile che tale atto venga demandato alle singole scuole: verrebbe meno la certezza per tutti i cittadini di poter aspirare ai medesimi livelli di formazione. La classe e il censo tornerebbero ad essere il discrimine per l’accesso alla Conoscenza.
Attraverso il sistema di reclutamento, lo Stato dimostra il ruolo che dà alla scuola pubblica e alla formazione per tutti i cittadini. Il 9 gennaio 2014 abbiamo presentato una proposta sul reclutamento dei docenti che parte dal presupposto fondamentale della buona scuola: la garanzia della continuità didattica.
L’eccessivo numero di precari, che spesso cambiano scuola ogni anno, impedisce il regolare espletamento dell’offerta formativa. Un piano di stabilizzazione per coloro che da anni, con le loro supplenze annuali, garantiscono il regolare funzionamento delle scuole, è indispensabile per una scuola pubblica di qualità. È urgente un impegno del governo in questo senso.
Nella nostra proposta è presente anche una prospettiva di lavoro per i nuovi abilitati: non è pensabile che lo Stato attivi percorsi di formazione iniziale (a pagamento) senza garantire prospettive di occupazione.
Superata questa fase di emergenza, il concorso pubblico rimane lo strumento di reclutamento garante della trasparenza dei criteri, anche se ne vanno profondamente riviste le procedure sia dal punto di vista della semplificazione che dell’aderenza alla professione docente.
Con la nostra proposta sul reclutamento e la formazione iniziale dei docenti, chiamiamo le forze politiche e il mondo della scuola a un serrato dibattito, perché su una materia così importante e di valenza costituzionale, non si può procedere con provvedimenti improvvisati o di pura “manutenzione”.