La linea espressa in commissione Cultura alla Camera, in occasione della presentazione delle linee programmatiche del suo dicastero già illustrate al Senato. La novità: un periodo di studi all’estero deve entrare a pieno titolo nel curriculum dei nostri allievi. Capitolo università: chiederò un finanziamento triennale e la ‘liberazione’ del reclutamento. Via libera ad un Piano Finanziario della Ricerca unico.
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Continuano a giungere indicazioni sempre più chiare sulle posizioni del responsabile del Miur, Stefania Giannini. L’occasione è stata la presentazione in commissione Cultura alla Camera, delle linee programmatiche del suo dicastero già illustrate la scorsa settimana al Senato.
Giannini ha confermato che tra le priorità rientra l’edilizia (“stiamo predisponendo un Piano pluriennale che ci porterà a fare interventi in 10 mila scuole, su tutto il territorio nazionale”) ma presto il discorso si è soffermato sul rinnovo del contratto del settore. A questo proposito il ministro ha ribadito di non essere contraria agli scatti di anzianità, “ma – ha osservato – in un sistema ispirato a criteri di qualità non può essere l’unico strumento”. Il ministro ha, tra l’altro, parlato di valutazione (“dobbiamo consolidare e valorizzare il sistema di misurazione degli apprendimenti tramite leprove Invalsi“), convivenza di libri tradizionali e nuove tecnologie, educazione alimentare, rilancio della formazione tecnica, revisione degli organi collegiali.
Giannini ha anche rivelato che sta lavorando ad un “Erasmus curriculare”, quindi aperto a tutti: “non so se sia realistico e praticabile, ma senz’altro dovremmo lavorare, e ne ho iniziato a parlare con il sottosegretario Sandro Gozi”. Il Ministro vorrebbe “fare in modo che i mesi di Erasmus entrino a pieno titolo nel curriculum di studi dei nostri studenti”.
A livello universitario, Giannini ha detto che si impegnerà per ottenere unfinanziamento almeno triennale. “Lavorerò affinché la consistenza di qualunque finanziamento relativo al sistema universitario sia su base pluriennale, almeno triennale, per essere coerente con quanto previsto dalle norme vigenti, ma mai veramente applicate”. Giannini ha spiegato che “il decreto sulla ripartizione dell’Ffo dovrà limitare i vincoli a poche voci che caratterizzeranno la politica d’indirizzo del ministero: giovani talenti e assunzioni straordinarie di contingenti di ricercatori; sostegno agli studenti disabili; dottorati di ricerca. Il resto dovrà essere a disposizione degli organi dell’Ateneo, perché, lo ripeto – ha detto il responsabile del Miur – non esiste vera autonomia senza una reale capacità di programmazione”.
Il Ministri ha anche parlato di ‘liberazione’ del reclutamento: “esso deve tornare a essere primaria responsabilità dei singoli Atenei, che ne rispondono in termini di efficienza economica e di efficacia degli insegnamenti: gli abilitati dovrebbero poter essere assunti con procedure snelle, simili a quelle della chiamata diretta, senza inutili complicazioni”.
Giannini ha, infine, annunciato di voler istituire un Piano Finanziario della Ricerca unico: sarebbe un passo in direzione della semplificazione, allo scopo di evitare che le risorse siano ”sparse in mille rivoli” e ”affinché esse siano utilizzate in maniera efficiente”. Secondo il ministro è anche ”ineludibile” una semplificazione gestionale, ossia ”un processo di razionalizzazione dei soggetti che operano nel mondo della ricerca e del numero degli Enti pubblici di ricerca”. Dal punto di vista normativo, infine, per il Giannini è necessario ”disciplinare alcuni processi omogenei nell’emanazione dei bandi evitando asimmetrie, specie in vista dell’avvio dei nuovi interventi sui Programmi Operativi nazionali (Pon) della nuova programmazione europea 2014-2020”.
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