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UTILIZZAZIONI E ASSEGNAZIONI PROVVISORIE – L’ACCORDO TAGLIERÀ PRECARI E POSTI SUL SOSTEGNO

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Sono a buon punto, l’accordo è quasi raggiunto eccetto sulla musica. Aree uniche per il sostegno determineranno un corposo taglio dei posti sul sostegno, ma ci saranno anche meno posti per i precari. Una piccola spending review che riguarderà ancora la scuola questa volta fatta passare con l’accordo per le utilizzazioni e assegnazioni provvisorie. Il punto lo fa nell’articolo che segue Antimo Di Geronimo.

Al via la contrattazione sulla mobilità annuale. L’amministrazione scolastica ha già aperto le trattative per la stipula del contratto sulle utilizzazioni e le assegnazioni provvisorie. Che quest’anno prevede l’unificazione delle aree del sostegno. E il negoziato è ormai a buon punto.
Restano da rivedere anche le disposizioni che riguardano le utilizzazioni nei licei musicali. Che hanno determinato un proliferare di interpretazioni contrastanti da ufficio a ufficio. E che solo in parte derivano dalla complessità dell’articolo 6-bis, che la è la clausola negoziale che regola la questione.
Non di rado, infatti, gli uffici hanno omesso di considerare che l’utilizzazione possa essere chiesta solo dal personale soprannumerario trasferito d’ufficio oppure appartenente a classe di concorso in esubero. E ciò ha determinato l’attribuzione di utilizzazioni anche a docenti che, probabilmente, non ne avevano diritto. In ciò contribuendo ad incrementare il contenzioso. Ma la novità di quest’anno è data dall’unificazione delle aree del sostegno. Che nelle intenzioni dell’ex ministro, Maria Chiara Carrozza, avrebbe dovuto produrre effetti già sui trasferimenti e sui passaggi. E che con ogni probabilità dispiegherà effetti solo ai fini delle utilizzazioni e delle assegnazioni provvisorie.
Per fare questo, però, bisognerà introdurre nel contratto una clausola ad hoc, che disporrà l’unificazione delle 4 aree (AD01, AD02; AD03; AD04) in cui attualmente sono suddivise le specialità del sostegno delle superiori. Il tutto in analogia con quanto già avviene nelle scuole secondarie di I grado. In buona sostanza, dunque, le parti dovranno dare attuazione all’articolo 13, del decreto legge n. 104/92. Ma il rischio che si corre, con l’applicazione della nuova disciplina, è quello di ingenerare una forte riduzione dei posti di lavoro per i docenti a tempo determinato.
La fase più rischiosa per i precari è proprio quella delle utilizzazioni. Al momento, infatti, il passaggio sul sostegno può essere chiesto solo con riferimento all’area di appartenenza. Ciò limita fortemente le probabilità di ottenere il movimento richiesto. Ma se la possibilità del passaggio sarà consentita su qualsiasi area, a prescindere da quella di appartenenza, il numero dei docenti che otterranno l’utilizzazione sul sostegno è destinato a salire vertiginosamente. Ciò determinerà una forte contrazione delle disponibilità di posti per i precari. Perché, mancando il vincolo dell’area di appartenenza, gli interessati avranno molte più probabilità di ottenere i movimenti richiesti (sulla Dos). E ciò farà diminuire sensibilmente le disponibilità per gli incarichi di supplenza. Di qui il rischio, più che fondato, che molti docenti precari rimangano senza lavoro. Va detto subito, però, che l’interpretazione del ministero non è indenne da elementi di criticità. Il decreto Carrozza, infatti, nel disporre in generale l’unificazione delle aree del sostegno, reca una serie di disposizioni di dettaglio che sembrerebbero orientare l’interprete nel senso dell’applicabilità delle nuove disposizioni solo ai fini del reclutamento. Per giunta, ai soli concorsi che saranno banditi dopo l’entrata in vigore della riforma. Salvo una graduale applicazione anche alla disciplina delle supplenze da conferire tramite lo scorrimento delle graduatorie di istituto. Ed è proprio il mantenimento in vita delle disposizioni sul reclutamento, tramite lo scorrimento delle graduatorie a esaurimento e dei concorsi ordinari già esistenti, che induce a ritenere che gli organici continueranno ad essere compilati recando l’indicazione della tipologia di posto.
L’assenza di disposizioni di legge modificative dei criteri di compilazione degli organici non fa che confortare la tesi, secondo la quale, i docenti di ruolo che sono stati assunti con il vecchio sistema dovrebbero continuare ad insegnare su posti dell’area per la quale sono stati assunti. In caso contrario si andrebbe in rotta di collisione con il principio di infungibilità degli insegnamenti.

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