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Testo unico sulla rappresentanza: un’occasione da non perdere

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E’ importante che anche le lavoratrici e i lavoratori dei settori privati della conoscenza diano un contributo di merito alla consultazione del Testo unico sulla rappresentanza per l’affermazione completa dei loro diritti.

 

Il Comitato Direttivo della CGIL Nazionale del 26 febbraio scorso, con uno specifico ordine del giorno, ha avviato una campagna di assemblee informative, già definite tra CGIL, CISL UIL, e, laddove non possibile, assemblee di organizzazione sul Testo Unico sulla rappresentanzasottoscritto il 10 gennaio scorso da tenersi nel mese di marzo e primi di aprile 2014

Il Comitato Direttivo della CGIL ha  ritenuto inoltre necessario che si svolga, nello stesso periodo, un’ulteriore espressione di voto di lavoratori  e lavoratrici iscritte alla CGIL, sulla base deldispositivo deliberato dal CD. Pertanto le lavoratrici e i lavoratori iscritti alla CGIL dovranno pronunciarsi sul quesito previsto nel dispositivo e la consultazione dovrà svolgersi secondo le seguenti modalità:

  1. votano tutti i lavoratori iscritti e le lavoratrici iscritte alla CGIL prevedendo la distinzione tra coloro che sono ricompresi nelle intese già raggiunte (Confindustria e Confservizi) e coloro a quali potrebbero essere estesi  tali accordi o, come nel caso dei dipendenti pubblici, il diritto di voto sui contratti;
  2. le modalità di voto certificato saranno definite da ogni Segreteria Nazionale di Categoria, al fine di garantire la più ampia partecipazione. Le modalità saranno scelte dalle categorie e comunicate preventivamente alla Presidenza del Comitato Direttivo della CGIL;
  3. i calendari delle assemblee unitarie saranno definiti a livello territoriale. I risultati delle operazioni di voto saranno comunicati alla Camera del Lavoro e alla categoria nazionale. Sarà cura delle Segreterie Nazionali di Categoria redigere il verbale con gli esiti delle consultazioni (afferenti e non afferenti) e inviarlo alla Presidenza del Comitato Direttivo CGIL entro il 04 aprile 2014.

Al fine di facilitare tra le lavoratrici e i lavoratori un dibattito di merito sul testo Unico sulla rappresentanza sottoscritto da CGIL, CISL, UIL e Confindustria-Confservizi, la CGIL ha predisposto uno specifico Vademecum per le rappresentanze unitarie.

Il testo unico sulla rappresentanza disegna «un modello di rappresentanza sindacale trasparente, democratico e fortemente partecipato dall’insieme dei lavoratori e delle lavoratrici».  Si tratta infatti di un regolamento che scaturisce dall’applicazione degli accordi del 28 giugno 2011 e del 31 maggio 2013, sulla misurazione certificata della rappresentanza, sull’esigibilità degli accordi e sul ruolo negoziale delle rappresentanze sindacali. Una tappa fondamentale per affermare pienamente nei luoghi di lavoro la democrazia e l’effettiva rappresentanza di ogni organizzazione sindacale determinata dal numero delle deleghe e dai voti espressi dai lavoratori in occasione delle elezioni delle RSU eliminando così una volta per tutte l’autoproclamazione della propria rappresentatività e i limiti presenti nell’accordo interconfederale del 1993.

Sull’esigibilità degli accordi viene sancito che, una volta «misurate» le organizzazioni dei lavoratori, le associazioni di impresa non potranno più scegliere, sia a livello nazionale che aziendale o territoriale, gli interlocutori con cui trattare ma tutte le organizzazioni che raggiungeranno il 5% avranno il diritto alla contrattazione. I futuri contratti nazionali saranno dunque considerati esigibili per entrambe le parti se sottoscritti dal 50% più uno delle organizzazioni sindacali e, contestualmente, votate dalla maggioranza dei lavoratori. Vincolo che investirà non solo i sindacati ma anche le stesse imprese perché, per la prima volta, questi due soggetti sono posti su un piano di assoluta parità.

Un cambio di passo notevole da anni perseguito dalla CGIL destinato a modificare sostanzialmente le relazioni sindacali con le controparti  padronali non solo afferenti a Confindustria o a Confeservizi ma anche ad altre associazioni datoriali.

Un accordo che come FLC CGIL ci riguarda molto da vicino non solo per via della presenza nella scuola non statale dell’Aninsei, associazione aderente a Federvarie di Confindustria, ma che dovrebbe investire anche l’Agidae e la Fism ovvero quel mondo datoriale cattolico cristiano che fa appunto riferimento alla FIDAE e alla CEI.

La possibilità di estendere l’accordo anche nel mondo dell’istruzione, della formazione e dell’educazione privata e non statale, se effettivamente perseguito potrebbe porre fine alla presenza di quel sottobosco di contratti di sottotutela che agisce in maniera indisturbata in questo comparto della conoscenza producendo un effetto di dumping contrattuale diffuso e drammatico la cui portata è ancor più incisiva e devastante in questo lungo periodo di crisi.

Si tratta, in ultima analisi, di saper cogliere fino in fondo la portata positiva di quest’accordo dalle cui scaturigini possono nascere le condizioni affinché il Parlamento vari una legge in materia di rappresentanza, rappresentatività e democrazia nei luoghi di lavoro. Da sempre la CGIL e la FLC CGIL sostengono, e continuiamo a farlo, la necessità di una legge sul tema, che dia effettiva applicazione all’articolo 39 della Costituzione e che è il solo strumento in grado di estendere il diritto alla rappresentanza all’intero mondo del lavoro. Proprio per questo riteniamo indispensabile che  le lavoratrici e i lavoratori dei settori privati della conoscenza possano e debbono dare il loro contributo attivo di merito per un’estensione dell’accordo anche alle realtà non afferenti a Confindustria e a Confservizi.

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