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DAL PROSSIMO SETTEMBRE I PRECARI SARANNO IMMESSI TUTTI IN RUOLO A CONDIZIONE CHE…

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Lo scopo è quello di evitare il contenzioso e  ondanne e procedure di infrazione in sede europea (e aggiungiamo noi di non pagare più gli scatti ai precari), dunque una riuvoluzione dettata più dal tentativo di risparmio che dalla vera volontà di cambiare registro. Non tutti i precari potranno essere assunti, occorre rispettare alcune condizioni, lo spiega in un articolo Carlo Forte.

A partire dal prossimo 1° settembre, le immissioni in ruolo saranno disposte su tutti i posti vacanti e disponibili. Il nuovo orientamento emerge dal contenuto di una lettera inviata dal ministro dell’istruzione al dicastero della funzione pubblica e al mineconomia in vista del varo delle prossime assunzioni a tempo indeterminato. La novità sembrerebbe motivata dalla necessità di evitare di esporre l’Italia a condanne e procedure di infrazione in sede europea. Perché le disposizioni comunitarie vietano la reiterazione dei contratti a termine sui posti dove è possibile disporre un’assunzione a tempo indeterminato.

Si tratta di una vera e propria rivoluzione. Perché nel nostro ordinamento l’utilizzo parziale dello strumento delle immissioni in ruolo è la regola e non l’eccezione. D’altra parte, l’articolo 399 del decreto legislativo 297/94, quando fa riferimento alle cattedre sui cui disporre le immissioni in ruolo, utilizza l’espressione «posti annualmente assegnabili» e ciò, secondo l’insegnamento della Suprema corte «non costituisce sinonimo di posti vacanti.».
E sulla base di questo assunto, già nel 2010, la Cassazione (11132/2010) aveva spiegato che i primi in graduatoria non maturano automaticamente il diritto all’immissione in ruolo. Anche se vi sono cattedre vacanti a sufficienza. Pertanto, secondo i giudici di legittimità, per ottenere l’immissione in ruolo non basta essere utilmente collocati in graduatoria e che vi sia un congruo numero di posti vacanti.
É l’amministrazione, infatti, che ha l’ultima parola per decidere il numero delle cattedre da destinare alle assunzioni a tempo indeterminato. Ciò indipendentemente dal fatto che vi siano più posti vacanti rispetto a quelli individuati per le immissioni in ruolo. Quindi, il diritto matura solo se l’aspirante risulta collocato in graduatoria in posizione tale da rientrare tra coloro che l’amministrazione individua quali aventi titolo all’assunzione, fino alla concorrenza del numero di cattedre vacanti individuate dall’amministrazione stessa con apposito provvedimento.
Ciò ha consentito ai governi che si sono succeduti fino ad ora di mantenere basso il numero delle immissioni in ruolo e di giovarsi sistematicamente della reiterazione dei contratti a termine anche sui posti vacanti e disponibili (cosiddette
supplenze annuali). La Cassazione, anche in tempi più recenti, ha ritenuto legittimo tale orientamento. A Bruxelles, però sembra che la pensino diversamente.

Carlo Forte

http://informazionescuola.it/2014/02/05/dal-prossimo-settembre-i-precari-saranno-immessi-tutti-in-ruolo-a-condizione-che/

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