Sembra il gioco delle tre carte quello messo in campo dal governo: questa vince (la restituzione degli scatti) questa perde (il fondo di istituto) ridotto ormai ai minimi storici e annullando economicamente l’autonomia scolastica. Protestano ovviamente i sindacati, meno il personale della scuola che ormai pare abituato ai tagli.
Di questo ne parla il quotidiano Il Messaggero con l’articolo che segue.
I 150 euro che il ministero dell’Economia intendeva prelevare ai docenti e al personale Ata della scuola a gennaio resteranno nelle loro buste paga. A chiarire la complicata vicenda che ha provocato una crisi politica tra il ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza e quello dell’Economia e delle Finanze Fabrizio Saccomanni è stata una nota diffusa ieri da Palazzo Chigi: «È sospesa l’attività di recupero e l’importo di 150 euro lordi verrà rimborsato con esigibilità contestuale a quella dello stipendio ordinario in pagamento nel mese di gennaio 2014». 11 meccanismo individuato dai tecnici dei ministeri è complicato. Prevede un doppio passaggio. Da un lato, ci sarà un prelievo virtuale pari a circa 370 milioni di euro perché l’uscita è stata già prevista. Dall’altro lato, la somma prevista sarà restituita nella busta paga definitiva. Questa manovra sarà autorizzata da un decreto legge adottato dal prossimo Consiglio dei ministri e riguarderà gli scattí di cui il personale ha beneficiato nel 2013. Tutto bene? No, almeno a sentire i sindacati della scuola che restano sul piede di guerra e hanno chiesto alla ministra Carrozza di essere convocati. I 370 milioni che servono a pagare gli aumenti dovrebbero arrivare dal 30% di risparmi effettuati dai tagli Gelmini (120 milioni di curo). La parte restante dal fondo per il miglioramento dell’offerta formativa, il Mof che comprende tra l’altro i fondi per le aree a rischio e a forte I sindacati contro la decurtazione di 370 milioni. Buste paga ferme al 2009, potere d’acquisto al 2000 processo immigratorio, le risorse per il finanziamento degli istituti contrattuali, quelli per gli incarichi al personale Ata. La conferma è arrivata dal sottosegretario all’istruzione Gian Luca Galletti, intervenuto alla trasmissione «La telefonata» di Maurizio Belpietro su Canale 5: «I soldi sono stati trovati all’interno del finanziamento degli istituti contrattuali (Fis). Soldi aggiuntivi non ce ne sono. Adesso, nel 2014, bisognerà trovare altre risorse per rimpinguare il fondo. L’importante è che gli insegnanti non debbano restituire nulla». I tagli alla scuola non verranno dunque pagati da chi lavora ma dalle attività necessarie per tenere in vita la scuola. Resta a questo punto da capire quali saranno le voci del fondo di istituto tagliate per evitare quello agli stipendi nel 2014. Il segretario generale Flc-Cgil Domenico Pantaleo si oppone. «Si possono usare le-risorse derivanti dai tagli alla scuola degli anni scorsi e dalle disponibilità derivanti da risorse non usate sostiene. Il Consiglio dei ministri deve ripristinare gli scatti per il 2013 e garantire le risorse necessarie per emanare l’atto di indirizzo all’Aran per il pagamento degli scatti 2012». «Il governo si sta mettendo in un altro pasticcio afferma Massimo Di Menna della Uil La soluzione passa da una modifica del Dpr 122/2013 che possa riconoscere le anzianità maturate nel 2013. Poi si vada alla trattativa all’Aran sulla scorta di un atto di indirizzo scaturito da una ricognizione delle risorse utilizzabili». Le buste paga dei docenti italiani sono inferiori al 2009, e il loro potere di acquisto è fermo ai livelli del Duemila. ro. ci.