Mentre il ministro Carrozza Twitta: “Chiesta la sospensione del recupero degli scatti di anzianità dallo stipendio”, i sindacati un po’ fra l’imbarazzo e un po’ perchè devono difendere i lavoratori rilasciano dichiarazioni più o meno di fuoco. La Uil Con il suo segretario Scuola Di Menna chiede l’annullamento della nota e aggiunge che non si possono trattare le persone titolari di diritti legittimi come sudditi. Il numero del personale interessato è alto: 90 mila insegnanti che avranno – come già denunciato – un prelievo dallo stipendio 150 euro.
Questo il comunicato UIL
Amara sorpresa per oltre 90 mila insegnanti e Ata che, alla ripresa delle lezioni, si sono trovati di fronte all’incredibile situazione di vedersi ‘tagliato’ lo stipendio di 150 euro.
Di situazione gravissima, mai accaduta prima, parla il segretario generale della Uil Scuola, Massimo Di Menna.
Di preoccupazione e protesta parlano le centinaia di mail e telefonate degli insegnanti che, arrabbiati e in apprensione, non riescono a credere a quanto sta accadendo.
Partiamo dalle certezze, minime, in questa vicenda fatta soprattutto di errori grossolani: una nota del ministero dell’Economia, il 27 dicembre scorso, dispone il recupero delle somme pagate nel 2013 per quanti avevano maturato gli aumenti per anzianità.
Questo provvedimento produce come effetto che, senza che nessuno sia stato avvertito, senza che sia stata fornita nessuna spiegazione, si procede con il prelievo nello stipendio.
Come a dire, poiché la scuola è centrale nelle scelte di Governo, apriamo il nuovo anno togliendo parte della retribuzione di quelli che l’avevano legittimamente percepita, perché le regole sono cambiate.
Il decreto, che viene interpretato in modo retroattivo, è di novembre e decide di togliere gli aumenti maturati a gennaio.
Ed è qui il pasticcio vero, con un Governo che, in questa vicenda, infila un errore dopo l’altro, trattando il personale della scuola anziché come lavoratori titolari di diritti, come sudditi. Un modo inaccettabile: prima, nei tempi della predisposizione del decreto, prevedendo che gli aumento venissero correttamente pagati a chi li aveva maturati. Poi, a decreto firmato, mettendo a punto delle misure con effetti retroattivi. E ancora senza alcuna lungimiranza (programmazione) perché dopo aver dato e poi prelevato queste somme, quando sarà firmato l’accordo all’Aran per il riconoscimento delle anzianità, le stesse somme ora prelevate dovranno essere nuovamente restituite.
Un provvedimento ingiusto
Li danno, li tolgono, li ridaranno. E’ un modo di procedere intollerabile – commenta il segretario generale della Uil Scuola, che nei giorni scorsi ha inviato una lettera al ministro Carrozza, per chiedere l’annullamento della nota.
E’ urgentissima una soluzione – aggiunge Di Menna, tracciando la strada che potrebbe portare al superamento di questa brutta impasse: va annullata la nota del Mef fino alla conclusione della trattativa all’Aran. Trattativa – chiarisce ancora Di Menna – che non è stata ancora avviata, perché il Governo tarda nell’emanare l’atto di indirizzo.