Interpellato anche sulla piaga del precariato italiano, nel corso dell’intervista pubblicata il 5 gennaio sul quotidiano ‘La Repubblica’, Carrozza ha dato ragione al suo predecessore: ma il lavoro non si è fatto, dobbiamo riprenderlo in mano. Tradotto sul piano pratico significa che chi sta dentro le liste di attesa provinciali verrà gradualmente immesso in ruolo. Gli abilitati dal 2011, invece, non si illudano: le porte rimarranno sigillate.
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C’è anche un lieve ma sostanzioso accenno al precariato nella scuola pubblica italiana tra i temi affrontati dal ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, nel corso dell’intervista pubblicata il 5 gennaio sul quotidiano ‘La Repubblica’. Al cronista che ha chiesto lumi sui motivi per cui “forse solo in Italia, si tengono aperte per 15 anni graduatorie per le classifiche degli insegnanti che devono entrare in cattedra” e su che fine abbia fatto il “lavoro di pulizia di queste graduatorie” da parte dell’ex ministro Profumo (nel frattempo “c’è chi si è sistemato altrove, chi non vuole più fare l’insegnante”, Carrozza ha sfoderato una risposta breve ma pregna di contenuti:“Profumo aveva ragione, ma il lavoro non si è fatto. Dobbiamo riprenderlo in mano”, ha tagliato corto il Ministro.
Se consideriamo le rassicurazioni espresse più volte in passato da parte del responsabile del Miur sui diritti degli oltre 200mila precari che già “alloggiano” nelle graduatorie ad esaurimento, nel senso che verranno gradualmente assorbiti nei ruoli dello Stato andando a coprire il 50% dei posti vacanti individuati di anno in anno per le assunzioni a tempo indeterminato, le parole di Carrozza possono essere interpretate in una duplice prospettiva. Da una parte c’è la necessità di garantire l’immissione in ruolo a chi sta dentro le GaE. Anche perché chi doveva essere tirato via, come i docenti di ruolo, è stato già da tempo escluso (anche se una parte di loro hanno fatto ricorso e il tribunale sta valutando se reinserirli). Gli altri abilitati rimasti, invece, possono uscirne solo in un modo: attraverso l’assunzione a titolo definitivo.
L’aspetto meno piacevole, per decine di migliaia di docenti precari abilitati a partire dal 2011, è che le porte delle GaE continueranno a rimanere chiuse. A triplice mandata. Ma questa non è una novità: un mese fa proprio il Ministro, rispondendo ad un question time alla Camera, aveva già espresso questo concetto a chiare lettere. Insomma, per gli abilitati con i vari Tfa e Pas, ma anche per i vincitori del concorso a cattedra che non riusciranno ad essere immessi in ruolo, si fa davvero dura.
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