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A scuola debutta la tassa antiturpiloquio

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Altro che Maria Montessori, Manuelita Vella, insegnante di educazione fisica all’Istituto tecnico Olivetti di Monza, ricorda piuttosto Quintino Sella.

La professoressa, 52 anni, da 35 in cattedra, ha infatti deciso di tassare i suoi allievi che, a lezione, si lascino andare al turpiloquio o, peggio, alla bestemmia.

Come ha rivelato ieri l’edizione milanese di Repubblica, la professoressa Vella, evidentemente poco fiduciosa del poter correttivo di note scritte sul registro e dell’invio degli sboccati a colloquio col presidente, ha stabilito un tariffario preciso per ogni insolenza: 50 centesimi per la volgarità, per così dire, «semplice» che salgono a tre euro se, invece, l’impropero fosse rivolto contro Dio. Il tassa-mòccoli, sarebbe già entrato in vigore e avrebbe già fruttato, riportano le cronache, 90 euro, devoluti, fino all’ultimo centesimo, a un progetto di solidarietà in India.

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