Si parla di una nuova operazione di “razionalizzazione” della rete scolastica. Il Mef non vuol sentire ragioni:ci vuole una istituzione scolastica ogni mille alunni.
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Si continua a ragionare, a prescindere da larghe o strette intese politiche, sempre con gli stessi parametri di risparmio di spesa. É sempre il solito taglia e cuci, fatto con calcolatrice alla mano e tenendo sotto controllo i cordoni della spesa. Si tratta dell’ ormai noto metodo ragionieristico di fare quadrare i conti pubblici, ponendo sull’altare sacrificale dello Stato la scuola pubblica, i suoi alunni e il personale tutto. Infatti in queste ore si sta contrattando, in un consesso importante come quello della Conferenza unificata Stato-regioni, che si sta tenendo nella capitale, il nuovo dimensionamento delle istituzioni scolastiche che già pesantemente , due anni orsono, erano state interessate al ridimensionamento disposto dal governo Berlusconi, quando al Miur sedeva l’ex ministro Mariastella Gelmini. Adesso gli scenari politici sono profondamente mutati rispetto ad allora, ma la musica è sempre la stessa. Infatti anche con il ministro dell’istruzione Maria Chiara Carrozza si sta pensando di operare un dimensionamento scolastico basato sui parametri proposti o imposti dal Mef di mille alunni per istituzione, tenendo conto anche delle medie regionali. Fonti autorevoli ci dicono che nel confronto tra la Conferenza unificata suddetta, le regioni stanno tirando sul parametro dei 1000 alunni proposto dal Mef, proponendo la media di 900 alunni per scuola. Sembra che gli spazi per contrattare su questi parametri siano pochissimi e che il Mef ha già deciso che il nuovo dimensionamento si baserà sui parametri dei 1000 alunni ad istituzione scolastica. Se così fosse, vi sarà un pesante effetto sugli attuali organici dei dirigenti scolastici e dei Dsga, perché si è calcolato che, con il parametro medio dei mille studenti ad istituzione scolastica, dovrebbero essere soppresse circa 800 autonomie scolastiche. Si tratta di una vera e propria stangata per i dirigenti scolatici e per i direttori dei servizi generali amministrativi. Una norma che se attuata con questi parametri così restrittivi, impedirà, soprattutto nelle regioni del Sud Italia, a molti dirigenti scolastici vincitori di concorso di potere essere assunti ed entrare a dirigere una scuola. |