Il sistema scolastico è senza dubbio amministrato dalla parte politico-amministrativa e dalla parte sindacale “rappresentativa”. Spesso però entrampe le parti non fanno più parte del mondo della scuola o perchè hanno lasciato la cattedra da diversi anni per assumere il ruolo di dirigente o perchè fuori dalle classi perchè prima distaccati sindacali e poi pensionati. Libero Tassella di Professione Insegnante ci ha inviato questa sua riflessione che pubblichiamo su A Ruota Libera.
“Riflettevo sull’immobilismo delle OO.SS. della Scuola nell’attuale delicata congiuntura, se c’è un’immagine che illustra questa sclerosi tanto diffusa e percepibile nella nostra categoria, è quella dei segretari generali di questi sindacati, sempre le stesse persone, da anni, da tanto, da troppo tempo. Docenti e ATA, ormai in pensione da anni, che per decenni sono stati altresì ai vertici nelle loro organizzazioni sindacali, esonerati da sempre, ancor prima della quiescenza, oggi danno icasticamente la percezione della accanita conservazione delle posizioni ormai acquisite.
Oggi, se in politica è ormai inimmaginabile presentare le stesse facce di dieci, venti anni fa, la stessa cosa pare che non valga per il sindacato in generale e in quello della scuola in particolare. La medesima immagine è anche quella dei quadri sindacali nazionali, regionali, provinciali: statuti, regolamenti, regole neanche scritte, come vestiti cuciti su misura, garantiscono poltrone, esoneri sempre agli stessi. Questo deficit di rinnovamento, che è un deficit di democrazia reale nei sindacati, è un sintomo o una causa della sclerosi e dell’immobilismo sindacale? Io credo che i sindacati della scuola debbano rinnovarsi e lo vado ripetendo da anni, nell’organizzazione, nella democrazia, nella trasparenza, ma anche negli organigrammi. Queste richieste competono in primis agli iscritti ai sindacati, come il rinnovo e la selezione delle loro classi dirigenti a tutti i livelli. Noi lavoratori della scuola, appartenenti a quel 50% e oltre di non iscritti ai sindacati, non possiamo non essere preoccupati sia della rappresentanza sia dei suoi attori sindacali, in questa tormentata fase in cui si inizia una lunga fase vertenziale, soprattutto considerando che i vecchi sindacalisti dei sindacati rappresentativi, spesso in pensione da anni, firmano contratti per tutti i lavoratori della scuola, siano essi iscritti che non iscritti”.
Oggi, se in politica è ormai inimmaginabile presentare le stesse facce di dieci, venti anni fa, la stessa cosa pare che non valga per il sindacato in generale e in quello della scuola in particolare. La medesima immagine è anche quella dei quadri sindacali nazionali, regionali, provinciali: statuti, regolamenti, regole neanche scritte, come vestiti cuciti su misura, garantiscono poltrone, esoneri sempre agli stessi. Questo deficit di rinnovamento, che è un deficit di democrazia reale nei sindacati, è un sintomo o una causa della sclerosi e dell’immobilismo sindacale? Io credo che i sindacati della scuola debbano rinnovarsi e lo vado ripetendo da anni, nell’organizzazione, nella democrazia, nella trasparenza, ma anche negli organigrammi. Queste richieste competono in primis agli iscritti ai sindacati, come il rinnovo e la selezione delle loro classi dirigenti a tutti i livelli. Noi lavoratori della scuola, appartenenti a quel 50% e oltre di non iscritti ai sindacati, non possiamo non essere preoccupati sia della rappresentanza sia dei suoi attori sindacali, in questa tormentata fase in cui si inizia una lunga fase vertenziale, soprattutto considerando che i vecchi sindacalisti dei sindacati rappresentativi, spesso in pensione da anni, firmano contratti per tutti i lavoratori della scuola, siano essi iscritti che non iscritti”.