Oltre alla forte riduzione di organico e il gap rispetto all’inflazione che galoppa (+3,7%), quel che preoccupa è che a riforma Fornero solo avviata la PA italiana detiene già il personale più anziano dei Paesi Ocse: quasi uno su due è over 50, mentre in Francia e in Gran Bretagna sono il 30%. Da noi solo il 10% ha meno di 35 anni: in Francia il 28%. L’età dei nostri dipendenti pubblici è alta anche rispetto altri lavoratori italiani che, per esempio nell’industria, sono più giovani di sette anni. Il ministro D’Alia: dobbiamo intervenire con politiche mirate. E si bloccano i contratti!
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![]() Lo stipendio medio, calcolando anche quello di quadri e dirigenti, è sceso così a poco più di 34.400 euro l’anno e, nel frattempo, l’età dei dipendenti pubblici è aumentata fino a 47,8 anni nel 2011 dai 43,6 del 2010. La scuola, quindi, è abbastanza in linea con il resto dei comparti. Con l’aggravante che coloro che pagano gli anni di troppo dei dipendenti, in questo caso dei docenti, sono cittadini particolari, a cui andrebbe riservato il trattamento migliore: gli alunni.
Quel che preoccupa è che, a riforma Fornero appena avviata, le amministrazioni pubbliche italiane già si trovano il personale più anziano di tutti i Paesi Ocse, con quasi un dipendente su due over 50, mentre in Francia e in Gran Bretagna sono appena il 30%.
Ovviamente, se si alza il numero di pubblici dipendenti in odore di pensione non può che aumentare la carenza di giovani alle dipendenze dello Stato: solo uno su dieci (il 10,3%) in Italia ha meno di 35 anni, quando in Francia sono il 28% e in Gran Bretagna il 25%. L’età dei nostri dipendenti pubblici è elevata anche in confronto con quelli degli altri lavoratori italiani che, per esempio nell’industria, sono più giovani di sette anni. Il settore privato, inoltre, ha continuato negli anni a registrare aumenti nelle retribuzioni, anche se insufficienti a compensare l’inflazione, con un +1,6% nel 2012 e un +2,1% nel 2011, mentre gli stipendi pubblici calavano complessivamente dell’1,3%.
”Tutti stanno soffrendo sia nel settore pubblico sia nel settore privato – afferma il ministro D’Alia – il potere d’acquisto del salario pubblico e del salario privato in questi anni è diminuito parecchio, così come è calato il livello dell’occupazione giovanile. Questi sono due dati che rendono il nostro sistema Paese più debole e su cui dobbiamo intervenire con politiche mirate”.
Intanto, però, è arrivata la proroga del blocco degli stipendi: non è forse giunto il momento che il Governo cambi bersaglio?
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