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IL GOVERNO BLOCCA I CONTRATTI SUL PIANO ECONOMICO MA APRE SU QUELLO NORMATIVO

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La questione del rinnovo contrattuale procede su due piani distinti e separati, il primo è quello economico, dove è stata presa la decisione unilaterale di bloccare gli stipendi dei dipendenti pubblici; il secondo piano, a cui facciamo riferimento, è quello puramente normativo
biennale21Per quanto attiene il rinnovo contrattuale riferito alla parte esclusivamente normativa, c’è la piena disponibilità del governo, ma sembra anche di buona parte dei sindacati, di aprire il tavolo delle trattative per adeguare il nuovo testo contrattuale della scuola alla normativa vigente. La decisione di separare il piano economico da quello normativo, è dovuto, per quanto ci viene riferito da fonti governative, principalmente a questioni di finanza pubblica, che hanno obbligato il governo, nonostante la contrarietà dei sindacati, a dovere prendere la drastica decisione di bloccare gli aumenti salariali per altri due anni. I sindacati, nonostante la contrarietà dimostrata per questi tagli salariali, considerano necessaria, anche se non sufficiente, la ripresa delle trattative soprattutto tenendo conto che il contratto scuola è scaduto ormai dal 2009. Infatti la riapertura dei rapporti negoziali, permetterà di affrontare, finalmente, la regolamentazione di alcuni istituti giuridici che le recenti leggi hanno, con una modalità invasiva, sottratto all’autonomia contrattuale.
Quindi esiste la concreta possibilità di una nuova stagione contrattuale, che vedrà impegnati allo stesso tavolo esponenti sindacali e politici. Ma quali sono i temi caldi che verranno posti sul tavolo delle trattative? Primo fra tutti si chiederà seriamente di rimettere mano concretamente, attraverso chiare norme legislative e contrattuali, al “decreto Brunetta”. Inoltre si chiederà certezza di risorse economiche, non più derogabili, soprattutto sul piano salariale a partire dal primo gennaio 2015.
Un altro tema che dovrà trovare spazio nel tavolo delle trattative è quello di tentare di rimuovere ogni ingiusta discriminazione giuridica ed economica tra coloro che esercitano la funzione docente con contratti a tempo indeterminato e coloro che sono assunti con contratti a tempo determinato, al fine di rispettare la direttiva europea 1999/70.
Un altro tema che vedrà un confronto ad alta tensione è quello dell’orario di servizio dei docenti, che vedrà tornare a galla la famosa questione dell’aumento dell’orario di servizio settimanale dei docenti delle scuole secondarie. Si cercherà di dare, attraverso forme di comitati degli iscritti, un rilancio della rappresentatività sindacale all’interno delle scuole.
Ma molti altri temi dovranno essere trattati in questo rinnovo contrattuale, tanto da fare sostenere che si tratterà di un contratto che modificherà integralmente i contratti collettivi precedenti. Si tratterà di una vera e propria rivoluzione copernicana, che metterà in gioco, principalmente, agli occhi di tutto il personale scolastico, la credibilità dei sindacati.
Alcuni esperti di questioni scolastiche sostengono che la contropartita dell’accettazione, da parte dei sindacati, del blocco degli scatti salariali fino alla fine del 2014, potrebbe essere quella di convenire nel mettere appunto un buon contratto dal punto di vista normativo, con la clausola pattizia, che a partire dal 2015, si onorino i patti anche dal punto di vista economico. La questione rimane molto complessa e articolata, ma non del tutto impossibile. L’evolversi di questa partita dipenderà anche dagli equilibri politici delle larghe intese, che si dimostrano ogni giorno molto fragili e imprevedibili.
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