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Reggenze Dsga e vicari DS, due pesi due misure

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Dallo Stato via libera solo alla remunerazione dell’operato per mansioni superiori nei confronti dei responsabili amministrativi: ma i vice-presidi sono figli di un dio minore o si caricano di responsabilità enormi andando ben oltre le proprie? ANIEF pronta a schierarsi con loro ricorrendo al Tribunale del Lavoro: l’obiettivo è recuperare 15mila euro e far diventare l’indennità un diritto e non una concessione.

Arrivano finalmente i fondi per le indennità di reggenza, ma solo per i Direttori dei servizi generali ed amministrativi: il Parlamento si dimentica (o decide volutamente?) che i vicari dei dirigenti scolastici devono rimanere a ‘secco’ delle indennità loro spettanti per legge. Il sindacato non può accettare questa discrepanza di trattamento verso operatori impegnati in mansioni superiori e che, quasi per ironia della sorte, operano nello stesso comparto pubblico.

Da una parte viene approvata una precisa norma che introduce un adeguato incremento stipendiale per le reggenze negli istituti scolastici. Dall’altra, però, evidentemente si ritiene che sostituire il dirigente scolastico per periodi superiori ai 15 giorni, in certi casi anche per l’intero anno scolastico, fa parte dei normali compiti professionali dei docenti.

ANIEF non ci sta e annuncia sin d’ora che procederà alla presentazione di appositi ricorsi, finalizzati a salvaguardare i diritti economici e professionali dei vicari dei dirigenti scolastici. A loro spetta, infatti, una diaria aggiuntiva di circa 15mila euro (l’importo varia a seconda dell’anzianità di servizio).

A sostenere la tesi dell’ANIEF sono tutte le norme vigenti sulla materia. La stessa legge 182/2011, che ha introdotto modifiche alla Legge 111/2011 ha chiarito che anche nelle scuole sottodimensionate le reggenze devono essere corrisposte. Ciò in ossequio al maggior lavoro svolto, avendo sempre come riferimento la propria professionalità di base.

“E’ paradossale che l’amministrazione – spiega Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – si ostini a non considerare come lavoro extra quello svolto, assumendosi responsabilità enormi rispetto allo status per cui sono stati assunti dallo Stato, in qualità di sostituti dei dirigenti scolastici per medi e lunghi periodi”.

“A tal proposito – continua Pacifico – è davvero emblematico che pure le ultime forti restrizioni economiche introdotte con la Legge 135/2012, figlia della cosiddetta spending review statale, non possono riguardare il personale docente che sostituisce i presidi, ma esclusivamente le collaborazioni esterne alle scuole autonome attribuibili attraverso il fondo d’istituto”.

Alla luce di tutto quanto detto sinora, ANIEF ha deciso di ricorrere con convinzione al Tribunale del Lavoro per far pervenire le somme dovute ai vicari dei dirigenti scolastici. Chiedendo il recupero di quelle non corrisposte nell’ultimo biennio. E l’accreditamento permanente dell’indennità.

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