Via libera al decreto di approvazione dei Tfa speciali: come preannunciato, in anteprima, dalla Tecnica della Scuola, il testo con le modifiche al vigente sistema di reclutamento verrà stampato in Gazzetta Ufficiale venerdì 5 luglio, al massimo martedì 9 luglio. La comunicazione è stata fornita ai sindacati nel corso dell’incontro tenuto al Miur il 3 luglio. Una volta approdato in Gazzetta, i circa 75 mila docenti precari interessati ad acquisire l’abilitazione avranno 30 giorni di tempo per produrre la domanda di accesso ai corsi: lo faranno attraverso il sistema on line “Polis”, che si avvale del portale “Istanze on line”.
Se non vi saranno altri intoppi, i corsi potrebbero partire in autunno. Probabilmente nel mese di novembre. Ma non tutti i candidati potranno parteciparvi: sicuramente l’accesso ai corsi sarà possibile per tutti coloro che fanno parte di classi di concorso con pochi aspiranti. Mentre per quelle più numerose (come la A051 o la A047) l’accesso ai corsi sarà “graduato” in base all’anzianità di servizio: coloro che hanno accumulato meno anni, frequenteranno una seconda tornata di corsi. E se necessario se predisporrà anche una terza annualità di corsi.
Tramonta definitivamente, quindi, la discussa prova nazionale, composta dai 70 test a risposta multipla in formato digitale, un’idea dall’ex ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, per “spalmare” su tre anni i 75 mila docenti precari interessati all’abilitazione.
L’accesso ai Tfa speciali rimane riservato a docenti precari non abilitati o già abilitati, compresi gli insegnanti tecnico-pratici, che abbiano svolto almeno tre supplenze annuali da non meno di 180 giorni ciascuna o dal 1° febbraio di ogni anno (valgono anche quelle svolte nelle scuole paritarie o nei centri professionali, a partire dall’a.s. 2008/09, per garantire l’assolvimento dell’obbligo di istruzione) nel periodo che va dal 1999/2000 al 2011/12. È fondamentale che le supplenze siano state tutte svolte con il titolo di studio prescritto, almeno una effettuata nella disciplina per la quale si chiede di abilitarsi (vale anche il sostegno, ma il servizio può essere imputato solo alla classe di concorso nella cui graduatoria il docente è inserito e attraverso cui ha ottenuto l’incarico).
Niente da fare, dunque, per l’inclusione dell’anno scolastico 2012/13, tanto richiesta a livello sindacale e politico: l’integrazione non è compatibile con le modifiche al DM 249/2010 che approderanno nelle prossime ore in Gazzetta. In queste, infatti, non essendo previsti ritardi così importanti per l’avvio dei corsi, era stato esplicitamente indicato come termine ultimo di validità di supplenze l’anno scolastico 2011/12. E modificare questo “paletto”, come aveva preannunciato a questa testata il segretario generale della Uil Scuola, Massimo Di Menna, può essere tecnicamente difficoltoso.
L’amministrazione non hanno però escluso che in extremis l’anno in corso possa essere accettato. Anche perché, hanno sottolineato i sindacalisti presenti, questa soluzione esporrebbe il Miur a una miriade di ricorsi.
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