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DIRIGENTI SCOLASTICI: UNA DECINA DI LORO VUOL TORNARE A INSEGNARE

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Carichi di lavoro eccessivi, troppo peso ai temi della sicurezza, incarichi assegnati senza tener conto della esperienza pregressa. E così in Veneto, nel Lazio e anche in altre regioni una decina di neo-dirigenti preferisce tornare in cattedra.
Il mestiere del dirigente scolastico si fa sempre più complesso e difficile, tanto che alcuni dirigenti che assunto l’incarico nel settembre scorso hanno già deciso di tornare ad insegnare a partire dall’inizio del prossimo anno scolastico.
La notizia, per ora ufficiosa, è molto attendibile e per nulla inattesa: già la scorsa estate, infatti, si erano verificate alcune rinunce di docenti che avevano superato il concorso , pur essendo utilmente inseriti nella graduatoria finale, non avevano accettato l’incarico. In Piemonte si era anzi verificato un caso clamoroso: una concorrente collocata nei primissimi posti della graduatoria aveva preferito continuare ad insegnare nel suo liceo di provincia.
Adesso – stando alle prime notizie – una decina di neo-dirigenti avrebbero deciso tornare in cattedra; 4 o 5 casi si segnalano nel Veneto e un paio nel Lazio.
Ma anche in altre regioni del nord potrebbero esserci casi analoghi.
Il fenomeno potrebbe essere legato soprattutto alle dimensioni delle scuole affidate ai neo-dirigenti che non si aspettavano di trovarsi di fronte a problemi gestionali e amministrativi di tale complessità.
Nel Veneto, in particolare, le rinunce riguardano per lo più dirigenti assegnati a istituti comprensivi provenienti dalla scuola superiore.
Quanto sta accadendo dovrebbe però far ripensare almeno in parte alle attuali modalità di reclutamento e di assegnazione dei dirigenti scolastici.
Fino ad alcuni fa il concorso era articolato in due settori riservati al I e al II ciclo di istruzione; a ciascun settore si accedeva in relazione alla cattedra di provenienza.
Il meccanismo garantiva che maestri di scuola elementare non andassero a dirigere un istituto agrario o che ingegneri docenti in istituti tecnici non si andassero poi ad occupare di scuola dell’infanzia.
Con gli ultimi concorsi le modalità sono cambiate e le graduatorie sono uniche con risultati non sempre positivi.
E c’è anche chi lamenta l’eccessivo carico di lavoro legato anche alle attività formative rivolte ai neo dirigenti in cui il tema della sicurezza ha avuto un peso predominante rispetto alle questioni connesse con la gestione delle relazioni educative e umane.
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