I dipendenti pubblici in missione, e i docenti in gita lo sono, hanno diritto al rimborso delle spese sostenute per vitto e alloggio documentate con fattura o ricevuta fi scale, art. 5 del decreto del Presidente della repubblica n. 395 del 23 agosto 1988. Tale norma continua a trovare applicazione per effetto dell’art. 146, primo comma, lett. d), del vigente contratto di lavoro. Il rimborso è ammesso fi no a € 22,26 per un pasto, quando la missione è di almeno otto ore, e fino a € 44,26 per due pasti, quando la missione supera le dodici ore. Tali importi sono ancora quelli stabiliti con decreto del ministero del tesoro del 14 marzo 1996, da allora mai più aggiornato. Il dipendente ha diritto al rimborso di un solo pasto al giorno, quando fruisce a carico dell’amministrazione di trattamento di mezza pensione (prima colazione e pranzo o cena). Lo suggeriscono buon senso e ministero delle finanze con nota del 14 maggio 1999, prot. n. 205876. Anche le spese di trasporto vanno rimborsate, art. 12 della legge 18 dicembre 1973, n. 836, non abrogata nemmeno dalle norme di contenimento della spesa pubblica di questi ultimi anni. Il finanziamento della gita a carico delle famiglie degli studenti relativamente ai costi sostenuti per il personale si poteva ammettere solo se volontario e preventivamente conosciuto nelle sue finalità, e dovrà essere rendicontato. Questo almeno il senso della nota ministeriale del 7 marzo 2013, prot. n. 593, sui contributi richiesti alle famiglie.
Mario D’Adamo