Il concorso sarà confermato, e anzi, potrebbe essere presto bandito uno nuovo. Tuttavia, come spiegato all’Huffington Post, non mancano le sue perplessità: sarebbe stato meglio organizzarlo solo per le classi esaurite o in via di esaurimento. In maniera molto chiara, il nuovo ministro parla di “sfruttamento” e di “precarizzazione” degli insegnanti.
Da qui la necessità di un cambiamento delle modalità “di formazione iniziale e reclutamento poiché dagli anni ‘80 in poi sono state approvate continue riforme, che non hanno fatto altro che stratificare diritti, troppo spesso lesi, e sistemi ingarbugliati di punteggi”.
Concetti simili sono stati ribaditi ai microfoni della trasmissione radiofonica A Prima di tutto su Rai Radio 1: “C’è sicuramente un problema di precariato nella scuola, ma c’è anche un problema di formazione e di strumenti formativi che permettano agli insegnanti di crescere e di leggere sempre il proprio tempo con gli occhi giusti”. A suo dire, “l’insegnante è l’elemento cardine in tutti gli ordini di scuola quindi dobbiamo recuperare la figura dell’insegnante nel senso anche del prestigio sociale che questo ha sempre avuto in Italia”.
Formazione e stabilizzazione. Il nuovo ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, già rettore della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, partecipata alla vita sui principali siti di social network e rilascia numerose interviste per illustrare la sua condotta al vertice del MIUR. Tante le questioni sul tappeto, da quelle urgenti delle assunzioni e del TFA a quelle più generali della precarietà degli insegnanti. Alla base di tutto c’è la restituzione della dignità della professione.