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Discorso su Costituzione, Stato Sociale e assistenza personale, per il 25 aprile a Vecchiano

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Sintesi del mio intervento al Consiglio Comunale aperto di Vecchiano, 25 aprile 2013

Costituzione, stato sociale, diritti di cittadinanza Maria Chiara Carrozza
Vecchiano, 25 aprile 2013

Desidero innanzitutto ringraziare il Sindaco Giancarlo Lunardi, l’Amministrazione del Comune e il Consiglio Comunale per avermi inviato oggi a celebrare con la popolazione di Vecchiano il 25 aprile con una lezione su Costituzione, stato sociale, diritti di cittadinanza.
Oggi celebriamo insieme la festa nazionale della Liberazione, de 25 aprile, festa dell’antifascismo e della riscossa di questo paese dopo gli anni della guerra e dell’occupazione nazifascista. Ci ricordiamo di tutte le persone che hanno sacrificato la propria vita per liberare questo paese combattendo per lasciare a noi un paese democratico e giusto. E’ anche per rispetto di queste persone che dobbiamo continuare la battaglia e non cessare mai di professare i valori della democrazia parlamentare, dell’etica pubblica, della equità e dell’uguaglianza. Aggiungo a questo una nota personale: ‘liberazione’ è la parola che ho scelto per chiudere la mia campagna elettorale perché ha rappresentato per me il concetto chiave per cui ho deciso di impegnarmi in politica. La ho scelta proprio per richiamarmi ai valori del 25 aprile, della resistenza e dell’antifascismo, per ricordarli e per professarli nella mia attività politica. Intendevo ‘liberazione’ dalle gabbie della corruzione, della inefficienza, della burocrazia e dell’irresponsabilità, per ricordare che siamo tutti chiamati ad una riscossa civica, ad una ricostruzione di questo paese dai fondamenti, che porti ad un nuovo sviluppo sostenibile dove la persona sia al centro delle politiche sociali ed economiche. Mi voglio quindi ispirare alla ‘ liberazione’ di questo paese, sperando che gli anni a venire portino una grande alleanza fra stato e cittadini per salvare questo paese e questo stato e farlo rientrare in Europa e nel mondo.

Vorrei iniziare con una premessa per poter illustrare le motivazioni dietro la scelta del titolo del mio intervento. Io sono un fisico, ho un dottorato di ricerca in ingegneria ed ho lavorato tutta la vita nel campo della biorobotica e dell’ingegneria biomedica, pertanto non sono certamente una persona competente nel settore del diritto costituzionale. La mia quindi non è certamente una lezione di Diritto, non mi permetterei mai di usurpare un ruolo che non ho e non posso avere. Tuttavia, desidero partire proprio dalla Costituzione ed illustrare meglio perché è importante parlare proprio oggi di solidarietà, stato sociale e ridistribuzione della ricchezza, in un momento in cui questi concetti sembrano scivolare via dal dibattito politico e sono o abusati oppure distorti e utilizzati in modo negativo.

Oggi desidero proprio partire dagli articoli della Costituzione italiana che a me stanno più cari, l’art. 2: “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà

politica, economica e sociale”, e la prima parte dell’art. 9 : “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica”. Questi articoli mi sono cari e rappresentano ciò che mi ha spinto a fare ricerca per tutta la vita nell’ambito dell’assistenza personale, della cura dei disabili motori e cognitivi, nella riabilitazione e del supporto personale, della protesica per amputati di arto superiore e inferiore, e nelle tecnologie per anziani e per l’invecchiamento attivo.

Vorrei adesso spendere una parte di questa lezione per illustrare brevemente i settori di cui mi occupo e le principali prospettive di sviluppo tecnologico e scientifico.

Per fare questo sarebbe più opportuno mostrare alcuni diagrammi e immagini che spiegano meglio delle parole e dei grafici l’impatto enorme che la biorobotica indossabile può avere sulla nostra vita. Ma vorrei invece descriverli a parole per evitare che della lezione di oggi vi rimangano solo le immagini dei robot, oggi è più importante che resti il messaggio di solidarietà, stato sociale e redistribuzione della ricchezza.

Solidarietà e ricerca sono le chiavi interpretative per permetterci di comprendere il nostro dovere di lavorare sempre per rendere questo stato solidale e inclusivo verso tutti, soprattutto i più bisognosi di cure e di assistenza. L’art. 9 ci ricorda che il paese deve investire nella ricerca, e ci offre una visione progressiva del sapere e dello studio finalizzato a realizzare strumenti per il miglioramento della qualità della vita dei cittadini.

Da questa premessa cogliamo subito il messaggio che vorrei dare oggi, si tratta di un messaggio profondo che risale alle radici della nostra Repubblica e della Costituzione, il dovere di solidarietà. A questo proposito vorrei citare uno scritto di mio fratello, prof. Paolo Carrozza, che è stato il mio mentore nel viaggio nella Costituzione e mi ha spinto a conoscerla sempre di più e a metterne in pratica le prescrizioni anche nello studio e ricerca nel settore della robotica.

“Negli studi di teoria dello stato e di diritto costituzionale per «forma di stato sociale» si intende uno stato di derivazione liberale che, mediante lo strumento fiscale, assume nelle politiche pubbliche un orientamento interventista e allo stesso tempo redistributivo della ricchezza in modo da garantire un livello minimo di benessere a tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro capacità di produrre reddito”

“Per sociologi e filosofi della politica stato sociale è uno stato che ha carattere «inclusivo» e che tende dunque, più o meno gradualmente, ad estendere i diritti di cittadinanza e i diritti di partecipazione politica a tutti gli strati sociali, assicurando il godimento dei diritti di

cittadinanza (e quindi anche dei diritti politici e sociali) a strati sempre più ampi delle popolazione sino ad «includerli» tutti”

Questi richiami alle interpretazioni di stato sociale ci permettono di introdurre il principio di solidarietà e di redistribuzione della ricchezza e il concetto progressivo di ‘inclusione’ mediante la quale noi permettiamo a strati sempre più ampi della popolazione di partecipare alla fruizione dei servizi, di avere una qualità della vita accettabile, e quindi di esercitare nel pieno il loro diritto di cittadinanza. Qui è importante sottolineare che la tecnologia è uno strumento fondamentale per ottenere l’inclusione dei cittadini, lo sviluppo di un servizio di assistenza personale basato su sistemi informatici o robotici è quindi un mezzo per permettere allo stato sociale di attuarsi. Desidero anche ricordare che esistono programmi di finanziamento della ricerca europea nell’ambito dei programmi quadro che sono finalizzati totalmente alla cosiddetta “e-­‐inclusion” che significa inclusione mediante strumenti e servizi di tutti i cittadini con problemi motori e cognitivi nella società civile per permettere loro di lavorare e di essere autonomi.

Io vorrei che l’Italia tornasse ad essere alla testa di un Europa che fa dell’innovazione sociale l’obiettivo ultimo dei programmi di ricerca basati sul sostegno all’eccellenza scientifica e all’innovazione tecnologica.

Concludo questa lezione un po’ ibrida fra diritti e tecnologie con un’altra citazione di mio fratello Paolo Carrozza, che scrive:

“che cosa è il costituzionalismo, se non l’insieme di regole che presiede al riconoscimento dell’alterità che consentono ad identità individuali e collettive diverse di dialogare, di riconoscersi l’una con l’altra in un quadro di eguaglianza?”

Questo è il messaggio che vorrei lasciare il giorno del 25 aprile ai miei amici e compagni di Vecchiano, perché penso che oggi più che mai ci sia bisogno di ritornare ai valori fondamentali della nostra Repubblica, e non me ne vorranno i miei colleghi ingegneri o giuristi se ho osato travalicare le barriere e mescolare i saperi per dare una interpretazione a quello che stiamo facendo alle nostre scrivanie o nei nostri laboratori, giorno e notte, perché crediamo ancora nella visione progressiva della scienza e della ricerca e nell’innovazione sociale che può essere il motore del nostro sviluppo se solo ci investiamo davvero.

    Domani terrò una conferenza a Vecchiano per la festa del 25 aprile al teatro dove sono già stata in campagna elettorale e per la commemorazione di Antonio Tabucchi.
    Sono legata ai cittadini e al paese di Vecchiano e sono molto contenta di festeggiare con loro una data così importante: il 25 aprile giorno della liberazione.
    Liberazione era la parola chiave che avevo scelto per chiudere la mia campagna elettorale a Firenze e liberazione rappresenta il concetto e la motivazione che mi ha spinto ad accettare la candidatura come capolista.
    Ammetto che fino ad ora non sono riuscita ad incidere nella vita del gruppo PD e del PD stesso, non ho trovato gli spazi e non saputo trovare ascolto.
    Con molti colleghi deputati, specialmente con quelli neo eletti come me, si è formata una solidarietà e un’amicizia che potrebbe rappresentare un investimento per il futuro per trovare coesione su un progetto politico vero e forte.
    ‘liberazione’ era il mio obiettivo, avevo detto che volevo contribuire a liberare il paese dalle gabbie e dalla corruzione, dalle paludi della inefficienza e della lentezza burocratica dove nessuno sa prendersi responsabilità.
    Vorrei liberare la cultura, la ricerca e la formazione dalla gabbia dell’indifferenza, del sotto finanziamento e della corruzione. Ma non sono sicura che i presupposti ci siano in questa situazione e mi sento impotente per questo. I risultati elettorali non ci hanno premiato ed abbiamo fatto un errore dietro l’altro.
    Mi domando dove troverà sbocco questa sinistra, più che di leader c’è bisogno di progetti e di una visione del mondo che sia concreta e competitiva con quella attuale, di una idea progressiva di cambiamento.
    Dobbiamo lavorarci e dobbiamo crederci e costruirla.
    Come intellettuale, professore e ricercatore penso che mi tocchi il compito di contribuire a costruire i riferimenti culturali e metodologici per costruire questa nuova prospettiva in un tempo, quello attuale, in cui senza il contributo di scienziati e ingegneri non si può pensare a come potrebbe essere la società del futuro.

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