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TFA speciali in dirittura di arrivo, ma il Ministro cerca di modificarne lo scopo

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Al momento della firma si interviene con decreti organizzativi che rischiano di stravolgerne il senso.

Ancora una volta il Ministro Profumo agisce senza rispetto delle normative. Il decreto sui TFA speciali aveva superato tutti i passaggi necessari per arrivare alla firma definitiva. Il testo approvato dalle commissioni parlamentari era stato presentato di recente alle Organizzazioni Sindacali.

 

Nell’incontro del 22 marzo 2013 è stato annunciato che lafirma del Ministro è subordinata ad un’altra da apporre su due decreti di carattere organizzativo, di cui non si era mai fatta menzione.

 

Il primo prevede l’istituzione di un test nazionale, e non selettivo, che avrebbe l’unico scopo di graduare i partecipanti per l’eventuale ripartizione nei vari anni accademici (dal 2012/13 al 2014/15), quando sarebbe bastato utilizzare l’anzianità maturata.

 

Il secondo introdurrebbe una modifica al regolamento delle supplenze per prevedere unadiversa valutazione di punteggi di abilitazione rispetto ai TFA ordinari.

 

Il Ministro Profumo dimentica che il regolamento delle supplenze è appunto un “Regolamento” e come tale non può essere modificato con un semplice provvedimento amministrativo. Il Ministro dimentica, anche, che il Parlamento ha approvato il decreto sui TFA Speciali nello schema passato ai pareri del Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione e del Consiglio di Stato, senza che vi fosse menzione di questi due ulteriori atti.

 

“Al di là del merito dei due decreti organizzativi, di cui aspettiamo di ricevere il testo – ha dichiaratoDomenico Pantaleo – abbiamo espresso profonda preoccupazione per l’ennesimo colpo di mano del Ministro Profumo che agisce come se le regole legislative fossero un optional e non una conquista della democrazia”.

 

Queste continue forzature non fanno altro che allontanare il varo del provvedimentoimpedendone la piena attuazione in questo anno accademico, unitamente al secondo TFA ordinario, di cui abbiamo sollecitato l’emanazione.

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